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Cronaca

"Fondi Ue in cambio di una villa", assolto Francesco Cascio: ribaltata sentenza primo grado

Era accusato di avere fatto ottenere ad alcuni imprenditori finanziamenti per un golf resort, ottenendo in cambio "lavori e servizi" per un'abitazione. In primo grado era stato condannato a 2 anni e 8 mesi. Poi il principale teste ha ritrattato le accuse

La prima sezione della Corte d'appello ha in parte assolto e in parte dichiarato prescritte le accuse di corruzione nei confronti dell'ex assessore regionale siciliano al Territorio Francesco Cascio, ex Ap e oggi di Forza Italia. Cancellata la condanna di primo grado a due anni e otto mesi, inflitta dal gup con il rito abbreviato. 

Cascio era accusato di avere fatto ottenere ad alcuni imprenditori dei fondi Ue per realizzare un golf resort, ottenendo in cambio "lavori e servizi" per la costruzione di una villa a Collesano. I fatti contestati risalgono al periodo 2001-2004, quando era assessore al Turismo. I lavori sono invece stati realizzati nel 2010. Dopo il processo di primo grado l’imprenditore Giuseppe Lapis - principale teste del processo - ha fatto "marcia indietro" e ha ritrattato le accuse di corruzione. Alla riapertura dell’istruttoria in appello chiesta dalla Procura generale, l'imprenditore ha dichiarato di essersi "spiegato male" e di non aver mai fatto favori (o averne ricevuti). Niente corruzione, ma omaggi per la sua "correttezza e simpatia".

La corte adesso ha dichiarato prescritte le accuse relative alla delibera del 2001 con la quale è stato dato il finanziamento europeo alla Ecotecna per la realizzazione del un resort, mentre Cascio è stato assolto nel merito per la circolare del 2005 con la quale veniva estesa la possibilità di utilizzo dei fondi anche i per i "lavori in economia". A giudizio per la stessa vicenda due ex dirigenti regionali, Agostino Porretto e Aldo Greco, che hanno scelto il rito ordinario. 

Per la vicenda giudiziaria, Cascio nei mesi scorsi si è dimesso da coordinatore regionale di Ap e ha rinunciato alla ricandidatura alle elezioni regionali. "Reputo più importante - aveva detto - ristabilire la verità nel processo".

"Cascio - dicono gli avvocati Nino Caleca, Roberto Mangano ed Enrico Sanseverino - può tornare alla politica. Adesso leggeremo le motivazioni della sentenza e poi ricorreremo in Cassazione perché vogliamo che l'ex deputato possa essere assolto nel merito anche per il capo d'accusa relativo al 2001". 

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