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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Tribunali-Castellammare / Piazza Pretoria, 1

"Allattamento è ovunque lo desideri", flashmob in piazza Pretoria

L'iniziativa si svolgerà in diverse città italiane. L'idea è nata dopo quanto avvenuto a Biella, dove una mamma è stata allontanata dall'ufficio postale perché allattava in pubblico

Anche Palermo parteciperà domani alla giornata di flashmob per l'allattamento in pubblico organizzata da un gruppo mamme, in collaborazione con il Mami (Movimento allattamento materno italiano). Una mobilitazione pacifica nata dopo quanto avvenuto a Biella, dove una mamma è stata allontanata dall'ufficio postale perché allattava in pubblico.

L'appuntamento è alle 17, in piazza Pretoria. Unica regola per partecipare: indossare qualcosa di bianco. Dopo il flashmob, alle 17.30, la presidenza del Consiglio comunale di Palermo inaugurerà a Palazzo delle Aquile la prima delle dieci postazioni per l'allattamento materno che saranno attivate anche a Villa Niscemi e nelle otto sedi delle circoscrizioni comunali con lo slogan "Qui la mamma che allatta è benvenuta".

L'iniziativa è promossa dalla Rete di sostegno alla pari in allattamento di Palermo. Aderiscono la presidenza del Consiglio comunale, il collegio delle ostetriche di Palermo e le associazioni Arte di Crescere, gruppo maternage dell'Aps Le Balate, Famiglie per mano, Zucchero e Miele, Coop. Argonauti, Vivi Sano Onlus, associazione People Help The People, Aidm Associazione Donne Medico, Moltivolti, Libera associazione nomi e numeri contro le mafie Palermo, aAssociazione hope, Le Onde Onlus.

"Un modo per dire che il corpo femminile non è una vetrina o un bene di scambio - commentano Antonella Monastra e Alessandra Veronese, consigliere comunali, e Alice Anselmo, presidente del gruppo Pd all'Ars - . Lo scandalo è la sua mercificazione nelle pubblicità sessiste e negli stereotipi di genere, non nell'allattamento. E'una questione di diritti umani per i bambini e le madri: le direttive Oms-Unicef sostengono infatti l’allattamento materno fino ai due anni di età dei bimbi perchè il minore  ha diritto, fra le altre cose, al nutrimento, alla salute e al benessere psico-fisico. In Italia rimane ancora un grande vuoto normativo da colmare per favorire il cambiamento culturale necessario a restituire alle donne le competenze e il sostegno necessario in una fase così delicata della propria vita".

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