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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Via Cavour

"Palermo Petyx", negli scatti del fotoreporter sessant'anni di storia

Uno scrigno di 250 pagine e 165 scatti in cui Petyx consegna alla storia gli aneddoti più significativi della sua vita di fotoreporter. "Mai uscito da casa senza macchina fotografica. Mi sentirei un Cavaliere senza spada"

"Finché avrò scarpe e vita continuerò a fotografare. Io ci sono e ci sarò sempre là dove la città vuole e deve essere raccontata". E' la promessa di Gigi Petyx, il noto fotoreporter palermitano che con il suo obiettivo ha immortalato sessant'anni di storia e che racchiude oggi gli aneddoti e le immagini più significative della sua carriera in 250 pagine.

Curato dalle giornaliste Laura Grimaldi e Claudia Mirto ed edito da Dario Flaccovio Editore, "Palermo Petyx" è stato presentato ieri a La Feltrinelli di Palermo. A prendervi parte, insieme alle due autrici e al protagonista del volume, i giornalisti Daniele Billitteri e Sergio Buonandonna. Contributi musicali al piano di Rosemarie Enea con la voce di Costanza Licata, che ha ricordato i momenti in cui da bambina andava nella redazione del giornale in cui lavorava il padre, Salvo Licata. E ancora i testi tratti dal libro, letti e recitati dal piglio ironico dell'attore Claudio Ambrosetti.

"Palermo Petyx", la presentazione - foto Bonfardino

Uno scrigno in cui il cronista racconta la sua vita e consegna ai posteri 165 fotografie scattate con “occhio di carne e di ferro”, scrive Dacia Maraini nella prefazione. Dall’arresto di Luciano Liggio all’omicidio del procuratore Pietro Scaglione, dal terremoto del Belice al disastro aereo di Montagna Longa, passando attraverso le tante facce della cronaca e della storia della Sicilia e i personaggi che hanno fatto tappa nell'Isola. E che Petyx ha sempre raccontato con delicatezza ed eleganza. Totò, Giorgio Gaber, Claudia Cardinale sono alcuni dei grandi nomi che Petyx ha conosciuto e "fermato" nel tempo con il suo obiettivo. Per ognuno di loro c'è una notizia curiosa, un episodio da narrare.

Una carriera, la sua, cominciata con il quotidiano L'Ora e passata poi al Giornale di Sicilia. E che continua anche oggi. "Chiamatela malattia, ossessione, ma io senza macchina fotografica non sono mai uscito da casa. Mi sentirei un Cavaliere senza spada", si legge nella postfazione.

Impossibile per Petyx non parlare di Danilo Dolci, che ha avuto più volte modo di conoscere e fotografare. "Era un triestino, venuto in Sicilia ad occuparsi dei problemi di Palermo. A scrivere con la moglie 'Vogliamo l'acqua', con una cornice molto simile a quella di Mussolini. Una vernice che non si è mai sbiadita nonostante abbiano provato a toglierla più volte dai muri di Palazzo di Giustizia". Non manca poi la sua ironia innata. "Se questa vernice venisse usata oggi per dipingere le strisce pedonali, avremmo risolto molti problemi...".

Tanti messaggi, poi, lasciati da chi ha avuto modo negli anni di lavorare con lui. "Quante facce e quanti luoghi sono consegnati nella sua memoria ancora prima che nei suoi archivi. Lui - scrive il giornalista de La Repubblica Attilio Bolzoni - dice che ha percorso a piedi migliaia e migliaia di chilometri. Ma ne ha fatti di più, molti di più. La sua passione gli ha permesso di stare nella corrente della vita. C'è chi ha visto passare davanti ai propri occhi tutto senza vedere ai niente, senza mai capire o scoprire. Gigi si è fermato ogni volta, ha sempre avuto bisogno di fermarsi per poi, lentamente, ricominciare".

Una storia lunga più di mezzo secolo che, al termine del libro, come segno di continuità, si conclude con uno scatto del fotoreporter e figlio Igor

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