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Cronaca

Ippodromo nel baratro, notificato lo sgombero: "E ora dove porteremo i cavalli?"

Dopo l'interdittiva antimafia che ha colpito l'Ires, arriva l'ordinanza del Comune. Così 500 lavoratori - e soprattutto oltre 150 cavalli - devono abbandonare l'impianto de "La Favorita". La proposta dei proprietari: "Pronti ad autogestire scuderie e centro di allenamento"

Il Comune ha già notificato l'ordinanza di sgombero dell'ippodromo. Da oggi, circa 500 lavoratori (indotto incluso) - e soprattutto oltre 150 cavalli - dovrebbero lasciare le scuderie de "La Favorita", ma non sanno dove andare. E' un vero e proprio dramma quello in cui si trova l'ippica palermitana, dopo l'interdittiva antimafia che ha colpito l'Ires (la società di gestione dell'impianto) ed ha decretato lo stop alle corse al trotto da parte del ministero dell'Agricoltura.

Per non sprofondare nel baratro, gli operatori ippici hanno chiesto al Comune l'affidamento in autogestione delle scuderie e del centro allenamento. La proposta - avanzata da Maurizio Cucinotta, presidente Upts (sigla che riunisce i proprietari di cavalli) - sarebbe già arrivata sul tavolo del sindaco Leoluca Orlando. Sono ore di trepidazione: in ballo c'è la sorte dei cavalli e l'esistenza stessa di un movimento, che dà lavoro a tante persone. Dai driver agli allenatori, passando per proprietari, maniscalchi, artieri e veterinari. Molte scuderie, con relativi driver, si sono trasferiti altrove. Alcuni dei team più importanti - Cintura, Zanca, Lo Verde, Porzio -  hanno caricato sui van i loro cavalli per trovare "rifugio" in giro per l'Italia.

"Non tutti però hanno la possibilità di andare via" spiega Cucinotta, ricordando che "in Sicilia non c'è nessun altro centro di allenamento per il trotto". L'ipotesi Siracusa non è percorribile. "Non ci possono ospitare - aggiunge il numero uno dei proprietari palermitani - al limite possiamo solo fare i 'pendolari', ovvero finite le corse tornarcene qui". Insomma, un vicolo cieco. Per uscirne fuori, ecco l'sos lanciato al Comune e l'idea del mutuo soccorso. "Siamo pronti ad autosostenerci, dividendo le spese in base al numero di cavalli - dice ancora Cucinotta -. L'amministrazione comunale avrebbe tutto l'interesse ad accogliere la nostra richiesta. Cosa se ne fa dell'ippodromo senza di noi?".

Tutto ciò in attesa dell'esito del ricorso presentato al Tar dall'Ires dopo la decadenza della convenzione. Senza entrare nel merito del provvedimento che ha portato a togliere il certificato antimafia alla Ires, gli operatori ippici provano a sensibilizzare anche l'opinione pubblica. "Abbiamo bisogno della nostra casa - dicono Luciano Messineo e Gaetano Caravello, rispettivamente guidatore prof e gentleman-. Il nostro lavoro è dignità, non vogliamo e non possiamo andarcene via dall'ippodromo. Auspichiamo al più presto che venga trovata una soluzione".

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