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Cronaca

Un boato nel silenzio di viale del Fante, urla e lacrime: 30 anni fa la strage della Favorita

Era il 30 agosto del 1989: è uno schianto terrificante quello che sveglia Palermo un giorno di fine estate. Muoiono cinque operai. La città non dimentica: depositata una corona di fiori per commemorare le giovani vittime

Il traliccio di una parte della tribuna della Favorita che si sfalda come pastafrolla. Tutto in pochi attimi. Cinque operai vengono travolti, schiacciati e sfigurati da tonnellate di ferro e acciaio. Bulloni che saltano, rottami che si accartocciano. La polvere avvolge il cielo di Palermo. “Una strage che va ricordata come monito per il futuro”, tuonano adesso i sindacati a 30 anni esatti di distanza.

Stamattina al Renzo Barbera, la Cgil di Palermo e la Fillea Cgil di Palermo hanno depositato una corona di fiori per ricordare quei drammatici fatti e le giovani vittime: Antonio Cusimano di soli 20 anni (il più giovane). Giovanni Carollo e Domenico Rosone, entrambi 31 anni e Gaetano Palmeri e Serafino Tusa, di 28 anni.

Quel 30 agosto del 1989 fu un mattino che è rimasto nella memoria di tutti i palermitani che hanno almeno 40 anni. E’ uno schianto terrificante quello che sveglia Palermo un giorno di fine estate. Un boato nella quiete di viale del Fante. Poi urla, lacrime. Il cantiere diventa all’improvviso un cimitero. E’ una strage. I cinque morti sono cinque spade piantate nel petto della città. "A distanza di 30 anni - dichiarano Francesco Piastra segretario provinciale Cgil Palermo e Piero Ceraulo segretario generale Fillea Cgil Palermo - nonostante si siano fatti passi in avanti sul piano della sicurezza e della prevenzione grazie all’emanazione delle leggi 626/08 e successivamente con il decreto 81/08, il tema della sicurezza rimane un tema drammatico in quanto ogni anno in Italia si registrano più di mille morti sul lavoro. Nell’anno 2018 sono stati statisticati 1218 morti sul lavoro, 70 in più rispetto al 2017. Anche nel 2019 il trend conferma l’andamento degli ultimi anni, questo testimonia come nonostante le leggi in materia di prevenzione e sicurezza, gli infortuni mortali ​continuano ad esserci a causa dei mancati controlli".

"Occorre che tutti i soggetti concorrano a creare nei luoghi di lavoro la cultura effettiva della prevenzione - proseguono Piastra e Ceraulo - e non di una applicazione formale e non sostanziale delle norme, sarebbe il caso di partire anche dalle scuole coinvolgendo le giovani generazioni al fine di consolidare una consapevolezza sui temi che riguardano il lavoro.​ Come sindacato - concludono Piastra e Ceraulo - continueremo a vigilare affinche tutti i soggetti interessati e coinvolti facciano il proprio dovere anche mettendo in atto denunce specifiche che possano in qualche misura ridurre questo fenomeno".

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