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Cronaca

Agguato allo Zen, è caccia ai killer: fermato un uomo nella notte

Si tratta di Fabio Chianchiano: gli è stato contestato formalmente il reato di omicidio. Restano vive le piste della mafia e del regolamento di conti dopo una lite. Gli inquirenti intanto scavano sul passato di Franco Mazzè, volto abbastanza conosciuto nel suo quartiere

Se i dettagli dell'esecuzione sono più o meno chiari, resta da capire adesso il movente. Gli inquirenti vogliono vederci chiaro e trovare la chiave dell'omicidio di Franco Mazzè, il pregiudicato ucciso ieri allo Zen. Durante la notte è stato fermato un uomo, Fabio Chianchiano, al quale sarebbe stato contestato formalmente il reato di omicidio e possesso illegale di armi. Prima del delitto avrebbe avuto una violenta lite con la vittima. Il provvedimento di fermo è stato firmato dal pm Gery Ferrara, che sta coordinando l'inchiesta.

Oggi pomeriggio all'Istituto di Medicina legale del Policlinico verrà eseguita l'autopsia sul cadavere. Mazzè - 46 anni - è stato colpito, mentre si trovava davanti a un panificio in via Gino Zappa, con quattro colpi di pistola. Uno di questi lo ha raggiunto alla testa. Per terra sono stati trovati i bossoli, dagli agenti della scientifica.

Le indagini - condotte dalla squadra mobile - spaziano a 360 gradi: dal regolamento di conti al termine di una lite, alla pista mafiosa. Sembra che Mazzè ieri mattina avesse avuto un alterco con alcune persone. Poi gli spari. E già nelle prime ore è cominciata la caccia per rintracciare i sicari. La polizia ha anche eseguito delle perquisizioni in alcune abitazioni alla ricerca dei killer. Ad allertare il 118 sarebbe stato un residente della zona: "Venite in via Zappa, c'è stato un incidente. C'è un uomo a terra in fin di vita". Poi l'arrivo dei sanitari (sentiti in un secondo momento dagli investigatori) e la scoperta: nessun incidente.

Gli inquirenti scavano sul passato di Mazzè. Volto abbastanza conosciuto nel suo quartiere, era già stato fermato nel febbraio di due anni fa, nell'ambito di un inchiesta sul racket che gestiva l'assegnazione delle case popolari allo Zen. Un'accusa che riguardava il sistema di gestione del pizzo negli appartamenti occupati abusivamente. Residenti costretti a pagare per evitare che la propria casa venisse "ceduta" ad altri. L'accusa di mafia nei suoi confronti però era poi caduta. Mazzè era stato anche indagato per rapina, evasione, ricettazione e sequestro di persona. Ieri momenti di grande tensione a Villa Sofia. Tantissimi familiari e amici hanno invaso il pronto soccorso. Il cadavere è stato portato nella camera mortuaria. Per evitare incidenti e sedare gli animi è stato inviato un reparto antisommossa della polizia.

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