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Cronaca Sperone / Via Albricci Alberigo Generale

Via Albricci, l'incredulità dei vicini: "Erano molto tranquilli e riservati"

Regna lo sgomento dopo l'omicidio-suicidio avvenuto allo Sperone. Un vicino: "Quando erano in casa non li sentivamo. Temevano i furti e prima di uscire accendevano la televisione ad alto volume. Ci chiedevano ogni tanto di fargli la spesa"

Una tragedia legata alla sofferenza ed alla disperazione. Regnano ancora incredulità e sgomento fra i residenti di via Albricci, scenario dell'omicidio-suidicio dei fratelli Puccio."Poco dopo le due ho sentito le urla di un vicino - spiega Emanuele - ma non pensavamo ad una cosa del genere. Una volta avvicinatomi ho visto che c'era il signor Puccio a terra, quello del sesto piano. Abbiamo provato a bussare e scavalcare, ma non era possibile e così abbiamo chiamato in pompieri".

Secondo il racconto di alcuni vicini, i due fratelli vivevano una vita molto tranquilla, riservata, spesso confinati fra le mura di casa. Lui un funzionario dell'Unicredit della filiale di via Mariano Stabile, lei con alcuni problemi psichici sopraggiunti poco dopo il conseguimento della laurea: "Bravissime persone, molto schive - spiega un altro vicino -, non si sentivano praticamente mai. Erano da soli da molti anni, perché il padre è morto nei primi anni settanta, mentre la madre è deceduta circa 8-9 anni fa".

Alcuni sostengono che Francesco Puccio fosse solito chiudere la sorella Giuseppina in casa, per scongiurare qualunque pericolo. E fra quelle mura non erano soliti ricevere molta gente. "La sorella non usciva quasi mai. Erano ossessionati dalla possibilità di subire un furto - aggiunge Angelo Giammanco anche lui vicino di casa -. Quando erano in casa non li sentivamo. Appena uscivano accendevano la televisione ad alto volume. Ci chiedevano ogni tanto di fare della spesa. Sapevamo che la signora stava male. Una malattia che si è aggravata dopo la morte della madre. Ma davvero non pensavamo che potesse succedere tutto questo".

"Si tratta di drammi - afferma la psichiatra Santa Raspanti - che avvengono sempre più di frequente in un contesto in cui la famiglia diventa un nucleo ristretto all'interno di città. Aspetti che non consentono, sia per i ritmi più frenetici che per la mancanza di luoghi di aggregazione, a elementi più fragili di riuscire a diluire l'angoscia della solitudine e del malessere, individuando così come unica via d'uscita la negazione della vita". Lunedì 4 novembre è stata programmata l'autopsia sui due cadaveri all'Istituto di Medicina legale del Policlinico.

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