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Cronaca

"Mi ami? Butta quel coltello": Ana Maria uccisa con 10 fendenti, aspettava un maschietto

Al momento del brutale omicidio la trentenne era incinta, la conferma arriva dall'autopsia. Secondo alcune amiche la vittima aveva chiesto soldi proprio per portare avanti quella che sembrava una gravidanza difficile. Resta in carcere il reo confesso Antonino Borgia

Ana Maria è stata uccisa con dieci coltellate, fatale l’ultimo colpo alla gola. E’ questo l’esito dell’autopsia eseguita ieri all’Istituto di medicina legale del Policlinico che si è concluso con un’atroce conferma: la trentenne uccisa dal suo amante, il reo confesso Antonino Borgia (51 anni), era incinta e aveva raggiunto il terzo mese di gravidanza. Sempre ieri il gip del tribunale di Palermo non ha convalidato il fermo ma ha disposto per l’imprenditore la custodia cautelare in carcere.

La tragedia che ha scosso le comunità di Giardinello e Partinico ma anche il resto d’Italia si è consumata a due giorni dalla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Un delitto brutale risolto dai carabinieri e dalla Procura in meno di 24 ore. La prima segnalazione sul caso è arrivata la mattina di venerdì, quando qualcuno ha telefonato al 112 sostenendo di aver visto una ragazza sanguinante mentre fuggiva a piedi, sulla provinciale 17 tra Alcamo e Balestrate. Dietro di lei c’era qualcuno che la inseguiva e che poi l’avrebbe fatta salire di forza su un furgone.

Dopo il primo campanello d’allarme gli investigatori si sono messi sulle tracce di un furgone bianco che riportava alcune scritte pubblicitarie di colore verde sul fianco. Quando ormai il cerchio si stava stringendo è arrivata un’ulteriore segnalazione, decisiva per incastrare l’assassino. Un uomo ha riferito ai carabinieri di aver visto un’aggressione attraverso le telecamere di videosorveglianza: le immagini mostravano un uomo, in mutande, che bloccava con la forza una ragazza intenta a scappare per riportarla dentro casa. Agghiaccianti le ultime parole della ragazza: “Devo morire? Dimmelo. Tu buttalo allora. Mi ami? Allora butta quel coltello”.

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Prima di visionare le immagini i carabinieri erano però già risaliti alla ditta intestata alla moglie di Borgia, la Blumar Piscine. Nel piazzale esterno c’era un Renault Master di colore bianco. Vicino al furgone c’era un’idropulitrice utilizzata per lavare gli interni (tanto che la tappezzeria era completamente bagnata) dove sono comunque state rinvenute tracce di sangue. Dopo il sequestro del mezzo Borgia, ormai raggiunto dagli investigatori, ha deciso di indicare dove si trovasse il corpo di Ana Maria e raccontare quanto accaduto. Il sopralluogo ha permesso di trovare il cadavere della ragazza, avvolto in un coperta blu e legato, nascosto sotto le sterpaglie.

"Ma che fai? Aspetto un bimbo da te"

Davanti al pm Borgia ha raccontato com’è nata la loro conoscenza, sostenendo di aver ricevuto da Ana Maria una richiesta di denaro per non raccontare il loro segreto alla moglie del 51enne. Superato il capitolo del presunto movente, l’uomo ha spiegato di averla colpita all’addome con un primo coltello (poi rivenuto grazie alle immagine delle telecamere di videosorveglianza): “Con il secondo coltello l’ho colpita ripetutamente, ovunque, da tutte le parti, ovunque si girava”. In quella sede il reo confesso ha respinto l’ipotesi secondo cui l’amante sarebbe stata incinta.

E invece, come confermato dall’autopsia, era tutto vero. Aspettava un maschietto ed era al terzo mese di gestazione. Secondo quanto riferito da alcune amiche le richieste di denaro sarebbero effettivamente state avanzate ma non per ricattare Borgia, bensì per portare avanti una gravidanza che le era apparsa difficile. Ieri Partinico si è fermata per ricordare la giovane vittima dietro striscioni che riportavano slogan “Stop alla violenza”, “La solidarietà crea comunità”. Poi la lettura di una lettera in piazza: “Sei bella come un fiore raccolto in fretta”.

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