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Cronaca Bonagia / Via Andrea Costa

L'omicidio dello spacciatore di cocaina a Pagliarelli, rinviato a giudizio un ristoratore

Pietro Seggio, titolare del locale "All'antico borgo" di via Molara, è accusato di aver eliminato con un colpo di pistola Francesco Manzella, per non pagare un debito di appena 700 euro. Il delitto avvenne lo scorso 17 marzo in via Costa. Il processo inizierà ad aprile

E' stato lui a chiedere che - nonostante la sospensione dell'attività giudiziaria legata al contrasto della diffusione del coronavirus - il suo processo venisse celebrato e, stamattina, Pietro Seggio, titolare del ristorante "All'antico borgo" di via Molara, è stato rinviato a giudizio per omicidio. Secondo la Procura, infatti, sarebbe stato lui ad eliminare con un colpo di pistola alla testa un piccolo spacciatore di Falsomiele, Francesco Manzella, il 17 marzo dell'anno scorso in via Costa, a due passi dal carcere Pagliarelli.

Il gup Claudia Rosini ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Giovanni Antoci ed ha fissato l'inizio del dibattimento per il 28 aprile, davanti alla Corte d'Assise. Seggio, difeso dall'avvocato Giovanni Castronovo, pur avendo mantenuto il silenzio durante l'interrogatorio di garanzia, si è sempre professato innocente. Secondo la ricostruzione degli investigatori, l'imputato conosceva la vittima, dalla quale si sarebbe rifornito di cocaina. Avrebbe deciso di uccidere il pusher per non pagare un debito di appena 700 euro, legato proprio alla cessione di droga. 

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L'omicidio avvenne di notte e l'auto di Manzella venne ritrovata ancora accesa. Ad incastrare Seggio sarebbero i tabulati telefonici (gli ultimi contatti della vittima sarebbero stati proprio quelli con il ristoratore), ma anche le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza in vari punti della città. Inoltre, sulla sua Audi, così come sul giubbotto che avrebbe indossato quella sera, sarebbero state ritrovate tracce di polvere da sparo.

Seggio non ha mai negato di aver acquistato droga dalla vittima ed aveva raccontato di aver contattato Manzella quel giorno una prima volta alle 17.30 ed una seconda alle 20. Due ore dopo la cocaina gli sarebbe stata consegnata vicino al suo ristorante. Ed è lì - a suo dire - che sarebbe rimasto fino a mezzanotte e mezza, attendendo una ragazza che avrebbe contatto in rete, ma che poi non si sarebbe presentata. Infine sarebbe rientrato a casa. Una versione alla quale la Procura non crede perché sarebbe confutata proprio dalle immagini delle telecamere. 

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