rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Montepellegrino / Vicolo Pipitone

Uccise il vicino di casa nello "scannatoio" di Cosa nostra, 12 anni di carcere: "Fu provocato"

L'omicidio del settembre 2017 all'Acquasanta. Giovanni Pizzuto - che uccise Pietro Francesco Maronia con un coltello da cucina - secondo il gup avrebbe reagito a gravi provocazioni. La Procura aveva chiesto una pena a 30 anni di reclusione

Dopo l'omicidio si era difeso subito così: "Aveva minacciato la mia famiglia". Giovanni Pizzuto, che nel settembre 2017 aveva ucciso a coltellate a Palermo il suo vicino di casa, Francesco Paolo Maronia, 48 anni, è stato condannato con rito abbreviato a 12 anni di carcere. Secondo il Gup avrebbe reagito a gravi provocazioni. L'omicidio si consumò in vicolo Pipitone e Pizzuto fu rintracciato poco dopo la scoperta del cadavere.

L'assassino preso mentre era seduto a tavola | Video

Arresto Giovanni Pizzutto omicidio Maronia-2Poche ore dopo la piena confessione: il delitto sarebbe maturato dopo una discussione per le minacce che Francesco Maronia avrebbe indirizzato alla famiglia dell’omicida. Pizzuto - 28enne all'epoca dei fatti - venne così fermato con l'accusa di omicidio volontario. Il pm aveva chiesto una condanna a 30 anni di reclusione, ma il giudice ha accolto le tesi della difesa secondo la quale Pizzuto (nella foto a sinistra) avrebbe reagito. Come riporta il Giornale di Sicilia durante il processo è emerso anche il passato della vittima che 1985 ferì a colpi di pistola un transessuale in via Libertà e per questo venne condannato a 16 anni di carcere.

L'omicidio

Francesco Maronia-2Pietro Francesco Maronia, 48 anni (nella foto), era disoccupato e per vivere faceva il posteggiatore abusivo proprio all’Acquasanta. L'uomo fu accoltellato sotto il balcone di casa sua all’angolo fra vicolo Pipitone e vicolo Fontana. Una sola ferita, inferta in modo violento. Il killer non estrasse neanche il coltello dal corpo lasciando Maronia esanime per strada, con la lama nel petto. A dare l'allarme fu una donna che si trovava in casa propria, allertata a sua volta da un uomo che avrebbe assistito all’ultima fase di una colluttazione e visto qualcuno allontanarsi con uno scooter.

Le indagini

La zona - nelle ore successive - fu subito passata al setaccio. Le indagini si concentrarono sin da subito sulla figura di Giovanni Pizzuto, che vantava precedenti per furto e reati contro il patrimonio. Giovanni Pizzuto è anche il figlio di Agostino, con precedenti per mafia: si tratta del custode di Villa Malfitano che nel 2009 fu arrestato dai carabinieri perché custodiva un micidiale arsenale della cosca.

Le immagini dal luogo del delitto | VIDEO

Nel 2014 in quello stesso cortile che si trova tra piazza Acquasanta e l’ingresso della Fincantieri fu trovato lo “scannatoio” di Cosa nostra, un luogo di tortura e morte per i nemici e per chi disobbediva alle regole d'onore. Da lì sarebbero partiti gli squadroni della morte che uccisero il giudice Rocco Chinnici, il segretario regionale del Pci Pio La Torre e il commissario di polizia Ninni Cassarà. Lì, alla fine di quello stesso anno, fu arrestato Vincenzo Graziano, considerato ai vertici del mandamento di Resuttana.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Uccise il vicino di casa nello "scannatoio" di Cosa nostra, 12 anni di carcere: "Fu provocato"

PalermoToday è in caricamento