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Cronaca

Quel dirigente della Regione ucciso per la sua onestà: 30 anni fa la morte di Bonsignore

Sono passati 30 anni da quella mattina del 9 maggio 1990, quando alle ore 8.30 in via Alessio di Giovanni, in zona via Libertà, un sicario su commissione uccise il funzionario, che lavorava all'assessorato alla Cooperazione. Il ricordo di Orlando

Sono passati 30 anni da quella mattina del 9 maggio 1990, quando alle ore 8.30 in via Alessio di Giovanni, in zona via Libertà, un sicario su commissione uccideva Giovanni Bonsignore, il dirigente generale della Regione Sicilia che ha pagato con la sua vita il suo rigore praticato sul lavoro.

Bonsignore fu una vittima di Nino Velio Sprio, l'ex impiegato regionale a capo di una "personalissima" cosca gestita con metodi mafiosi, e piegata esclusivamente ai propositi di vendetta del capo. Sprio castigò con la morte Bonsignore che lavorava all'assessorato alla Cooperazione e che aveva smascherato i suoi intrallazzi nell'amministrazione. Di Bonsignore si disse che era un funzionario integerrimo che forse aveva disturbato amichevoli equilibri con i suoi "atti dovuti". Fu crivellato a colpi di pistola davanti al suo garage, in pieno giorno, nel centro di Palermo. Aveva scoperto il business di quei contributi che Sprio elargiva ad una cooperativa di Palma di Montechiaro, della quale era socio.

Oggi, 30 anni dopo, ne commemora la figura il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando che ha dichiarato: "Il ricordo di Giovanni Bonsignore è doveroso atto di omaggio e rispetto verso un uomo che  è stato di esempio per tanti amministratori e lavoratori del pubblico impiego. La sua sua dedizione unita all' intransigenza contro ogni forma di gestione non trasparente di fondi pubblici, costituiscono ancora oggi un modello di rettitudine morale e professionale".

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