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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio Fragalà, gli indagati restano in carcere: il Riesame ha respinto i ricorsi

Le richieste di scarcerazione erano state presentate dai legali di Francesco Arcuri, Antonino Abbate, Antonino Siracusa, Salvatore Ingrassia e Paolo Cocco, presunti autori dell'agguato mortale all'avvocato. Francesco Castronovo, sesto arrestato, non aveva fatto ricorso

Restano in carcere i cinque arrestati per l'aggressione e l'omicidio del penalista palermitano Enzo Fragalà. Lo ha deciso il tribunale del Riesame respingendo le richieste di scarcerazione presentate dai legali di Francesco Arcuri, Antonino Abbate, Antonino Siracusa, Salvatore Ingrassia e Paolo Cocco. Francesco Castronovo, sesto arrestato, non aveva fatto ricorso ai Tribunale della Libertà. L'accusa della Procura secondo cui l'avvocato sarebbe stato ucciso da Cosa Nostra perché in grado di convincere i suoi assistiti a collaborare con i magistrati supera quindi il primo step.

LA SVOLTA. Dopo un'indagine durata sette anni e un mistero che sembrava infinito, lo scorso 15 marzo sono scattati gli arresti dei presunti autori dell'agguato mortale del 23 febbraio 2010. Il noto penalista e politico fu aggredito davanti al suo studio nei pressi del Tribunale e morì dopo alcuni giorni di coma. Decisive le rivelazioni del pentito Chiarello: "Omicidio di mafia per impartire una lezione all'avvocatura palermitana". "Le accuse di Chiarello - hanno spiegato gli inquirenti - sono state rafforzate da parecchi riscontri. In particolare Paolo Cocco è stato intercettato mentre confessava alla moglie l'omicidio. Dopo aver trovato una microspia installata all'interno della sua abitazione, Cocco ha rassicurato Domenico Tantillo, in quel momento 'rappresentante' del clan di Borgo Vecchio, di non aver mai parlato in casa sua di un omicidio in cui erano coinvolti sia lui, che il suocero Ingrassia. Non solo: Castronovo è stato intercettato mentre - parlando dell'omicidio Fragalà - diceva alla cugina che fino a quel momento se l'era 'scansata'. Ma le immagini riprese dalle telecamere parlano chiaro, come detto dallo stesso Chiarello durante gli interrogatori e in riferimento a uno degli esecutori: 'Sarebbe bastato farle vedere a suo figlio che l'avrebbe subito riconosciuto'".

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