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Cronaca

"Sono stato io": omicidio Fragalà, parla un pentito del Borgo

Uno degli arrestati nell'ambito dell'indagine sull'uccisione dell'avvocato, da qualche giorno ha iniziato a collaborare coi magistrati. Si tratta di Antonino Siragusa di 47 anni: si sarebbe autoaccusato dell'assassinio

Uno degli arrestati nell'ambito dell'indagine sull'omicidio dell'avvocato Enzo Fragalà, ucciso a bastonate nel 2010, da qualche giorno ha iniziato a parlare con i pm. Si tratta di Antonino Siragusa di 47 anni, ritenuto dai magistrati uno degli esecutori dell'assassinio. Mafioso del quartiere Borgo Vecchio già condannato per mafia nel processo "Apocalisse", avrebbe cominciato a parlare con gli investigatori autoaccusandosi dell'omicidio.

Le sue dichiarazioni sono al vaglio delle pm Caterina Malagoli e Francesca Mazzocco che hanno indagato sull'omicidio. La sua versione però sarebbe in pieno contrasto con quella del pentito Francesco Chiarello che ha parlato agli inquirenti dell'omicidio Fragalà, consentendo alla Procura di riaprire un'inchiesta, in passato archiviata, e di arrestare - lo scorso 16 marzo - sei persone. Chiarello non partecipò all'aggressione mortale, ma ne avrebbe appreso i particolari dai protagonisti.

Adesso spunta la nuova versione di Siragusa. Il quarantasettenne del Borgo accuserebbe se stesso, Antonino Abbate e Salvatore Ingrassia, "scagionando" a sorpresa Paolo Cocco e Francesco Castronovo (indicati da Chiarello come gli aggressori) e il presunto organizzatore di tutto, Francesco Arcuri. Dalle dichiarazioni di Chiarello invece emergeva proprio la figura di Francesco Arcuri che a suo dire avrebbe pianificato la spedizione punitiva, senza tuttavia partecipare di persona. Abbate - a detta di Chiarello - avrebbe preso parte all'agguato e si sarebbe occupato di individuare inizialmente la vittima, "coprendo" gli aggressori. Alla fase organizzativa avrebbero dato una mano anche Ingrassia e Siragusa. La mazza usata per uccidere Fragalà sarebbe stata trasportata da Cocco, killer materiale insieme a Castronovo. E Cocco risulterebbe uno di quelli che invece Siragusa ha scagionato.

L’ordine, secondo quanto emerso nelle intercettazioni, arrivava dal carcere. Due dei fratelli Di Giacomo, boss del mandamento di Porta Nuova, avevano parlato della lezione che si “meritava” Fragalà, colpevole di prospettare ai suoi assistiti la via della collaborazione con la giustizia. Appare evidente come i racconti di Siragusa e Chiarello divergerebbero su diversi punti: da qui la prudenza degli inquirenti nella valutazione delle parole del mafioso del Borgo Vecchio. Due settimane fa il gip aveva accolto la richiesta della Procura di processare tutti i sei imputati col rito immediato. Il processo per i presunti assassini di Enzo Fragalà inizierà il 17 luglio, davanti alla prima sezione della Corte d’Assise. L'avvocato fu ucciso a bastonate, sotto al suo studio di via Turrisi, il 23 febbraio del 2010.

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