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Cronaca San Giuseppe Jato

Giallo di San Giuseppe, confermato il fermo del marito: "E' stato un incidente"

Il presunto omicida di Concetta Conigliaro ritratta ancora la sua versione dei fatti. Poche le certezze: fra queste la scheda sim della ragazza, trovata in funzione nel cellulare di Maniscalco che ha poi indicato il luogo del ritrovamento delle ossa

Omicidio Conigliaro, l'ex marito cambia ancora versione. Il gip Lorenzo Matassa ha convalido l'arresto di Salvatore Maniscalco, l'uomo che avrebbe ucciso e bruciato l'ex moglie di 27 anni, scomparsa da San Giuseppe Jato lo scorso 9 aprile. Davanti ai giudici l'uomo, attualmente detenuto in carcere, ha raccontato che la morte di Concetta sarebbe stata accidentale: durante un litigio sarebbe caduta battendo la testa a terra. Poi, in stato confusionale, avrebbe portato il cadavere nelle campagne tra il paese d'origine della ragazza e San Cipirello, laddove avrebbe indicato ai carabinieri il bidone metallico in cui erano contenute le sue ossa carbonizzate.

Durante l'interrogatorio Maniscalco si sarebbe mostrato pentito per l'accaduto, pur non ammettendo l'omicidio della moglie. L'ex marito ha riferito agli inquirenti la dinamica dei fatti: dopo l'ennesimo litigio, lui l'avrebbe spinta, facendola cadere e battere la testa. A quel punto, per liberarsi del corpo, l'avrebbe portato in campagna per darle fuoco. Sebbene siano ancora tanti i dubbi da sciogliere sulla misteriosa morte di Concetta, di sicuro Maniscalco ha mostrato ai carabinieri il luogo dove sono state ritrovate le ossa bruciate. Ma un altro dato potrebbe confermare la responsabilità dell'ex marito: la scheda sim del cellulare della moglie.

Maniscalco è stato fermato la notte del rinvenimento dei resti del cadavere: i carabinieri sono risaliti a lui grazie alla sim di Concetta. La scheda aveva smesso di funzionare il 9 aprile, data della scomparsa, tornando in funzione il 13 aprile nel cellulare dell'ex marito. Dal giorno del suo fermo, il presunto omicida ha fornito diverse versioni contrastanti. Nella prima ha raccontato che Concetta si sarebbe suicidata con un sacchetto di plastica in testa mentre lui, preso dal panico, avrebbe deciso di bruciarne il corpo.

Poi ha riferito di averla accompagnata in contrada Giambascio dove lei stessa aveva deciso di farla finita. Nella terza versione ha tirato in ballo un altro uomo con cui lei avrebbe avuto una relazione. Sarebbe stato lui ad ucciderla e, probabilmente, a chiamare Maniscalco in via anonima per segnalare il luogo del delitto. Al termine dell'interrogatorio, il legale del presunto omicida ha chiesto la perizia psichiatrica del suo assistito.

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