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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Zen

Omicidio Naro, convalidato il fermo del minorenne: ma i punti oscuri sono ancora tanti

Si è tenuta l'udienza di convalida al Tribunale per i Minorenni. Il reato resta quello di "omicidio doloso aggravato dai futili motivi". Individuati altri partecipanti alla rissa. Buttafuori abusivi: chi li gestiva? E intanto in città aleggia il sospetto che il diciassettene possa non essere il vero assasino

E' stato convalidato il fermo del diciassettenne che avrebbe ucciso con un calcio alla tempia Aldo Naro, il medico di 25 anni morto nel corso di una rissa nella discoteca Goa la notte tra il 13 e il 14 febbraio. Oggi si è tenuta l'udienza di convalida al Tribunale per i Minorenni. Il reato resta quello di "omicidio doloso aggravato dai futili motivi". Ma intanto proseguono le indagini. Perchè la vicenda è tutt'altro che chiusa. Tante le cose su cui gli inquirenti vogliono far luce: chi ha partecipato alla rissa? Come si sono svolti realmente in fatti? E infine c'è da chiarire anche l'aspetto dei "buttafuori abusivi".

LA RISSA - Nel frattempo una decina di giovani sono stati già individuati. Per loro si sta decidendo quali provvedimenti adottare. Saranno denunciati per rissa? Intanto la bagarre nel privè sarebbe scoppiata per futili motivi: la contesa di un cappello da cowboy. Secondo quanto ha raccontato il minorenne fermato per l'omicidio, lui si trovava lì come avveniva da tempo per svolgere il lavoro di buttafuori.

BUTTAFUORI ABUSIVI - Da chiarire quindi l'aspetto della security "non in regola" fuori dal locale. Il diciassettenne fermato ha raccontato che lui, buttafuori abusivo, era intervenuto per sedare una rissa nel privè. Quaranta euro ogni serata la paga. E la gestione della sicurezza sarebbe stata gestita da un familiare di un boss dello Zen. Ma su questo punto i proprietari della discoteca Goa hanno detto di essere all'oscuro e di essersi sempre affidati ad una società di professionisti. Marcello Barbaro titolare della discoteca, in passato ha denunciato il racket ed è iscritto ad Addiopizzo. E proprio la stessa associazione antiracket sentirà nei prossimi giorni l'imprenditore per avere chiarimenti sulla vicenda.

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ALCOL A FIUMI - Il presunto assassino ha raccontato la sua versione dei fatti durante un interrogatorio durato sei ore. Sostenendo che all'interno del privè "avevano bevuto parecchio, e non si capiva più nulla". Secondo lui anche Naro stava partecipando alla rissa e avrebbe perso l'equilibrio nel tentativo di dare un calcio. Quindi poi mentre era a terra indifeso è stato colpito fatalmente.

SOSPETTI IN CITTA' - Vox populi, vox dei si dice. Certo, non sempre è così. Però a Palermo, fin dalle prime ore dopo la confessione, sono in molti a non credere alla versione ufficiale. Tra i bar della città, ma anche sui social network si insinua il sospetto che il ragazzino fermato dai carabinieri possa essere stato "sacrificato" per coprire il reale colpevole. "Tanto è minorenne, fra 5 anni è fuori", è la frase ripetuta con più frequenza da 2 giorni. E che a dare l'ordine dall'alto possano essere stati i "capi della borgata". Da sabato infatti i posti di blocco allo Zen avrebbero fatto fermare "gli affari" all'interno del quartiere. Quindi serviva un colpevole al più presto. Realtà o fantasia? I dubbi restano. Di certo il lavoro degli inquirenti non è ancora finito.

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