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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Obbligo di firma per 17 militanti, Anomalia: "Continueremo la lotta"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PalermoToday

Ieri la polizia di Palermo su mandato della procura della repubblica ha eseguito 17 misure cautelari di obblighi di firma nei confronti di militanti dei centri sociali ExKarcere e Anomalia. Un gravissimo precedente nella storia cittadina delle lotte sociali a Palermo. Infatti tutti i protagonisti destinatari di questi provvedimenti sono da 10 anni in prima fila nelle lotte sociali per il diritto allo studio, alla casa, al lavoro, per i diritti civili e contro la guerra. L'imputazione è avere creato “un'associazione a delinquere per turbativa dell'ordine pubblico”.

Intanto un dato più che mai significativo: l'accusa pare essere quella non quella relativa alla radicalità della nostra politica bensì quella di una associazione a delinquere "classicamente" intesa come "criminale". Per noi la traduzione di questo teorema della procura è essere accusati di avere manifestato ripetutamente come studenti, precari, lavoratori, disoccupati per la rivendicazione di diritti sociali nella nostra città. Ci riconosciamo, e sempre lo faremo, nel diritto, di cui finora ci siamo avvalsi, di poterci organizzare in maniera collettiva per creare nella città in cui abitiamo e nei luoghi che attraversiamo nella vita quotidiana momenti di dibattito e appuntamenti di piazza nel corso dei quali abbiamo la possibilità di informare la cittadinanza intera su quali sono le nostre istanze e qual'è la nostra visione della realtà. Ciò che in tutti questi anni abbiamo fatto è discutere e cercare in maniera collettiva soluzioni e alternative alle politiche delle varie amministrazioni e dei governi che hanno generato impoverimento delle classi subalterne, annichilimento della coscienza e impoverimento del sapere accademico.

Privarci di tale possibilità significherebbe privarci della possibilità di dare un'alternativa a questo stato di cose che sappiamo bene non essere da tutti condiviso. Non è un caso che buona parte dei fatti contestati si riferisce a stagioni di grandi mobilitazioni sociali come quelle studentesche contro la Riforma-Gelmini. A queste abbiamo partecipato perchè convinti della profonda ingiustizia insita in tali politiche; lo abbiamo fatto, del resto, insieme ad altre decine di migliaia di persone che ci hanno conosciuto e riconosciuto al loro fianco. La formula repressiva adottata nei nostri confronti non ci farà comunque desistere dal creare continui momenti collettivi di discussione e di lotta perché crediamo fermamente nella necessità e nella “bontà” di questi, della loro utilità nella realizzazione di un'alternativa allo stato reale votato all'impoverimento della maggioranza della popolazione.

Continueremo a mantenere attive le tante e partecipate attività dei nostri centri sociali che sono punto di riferimento per tutti i giovani e tutte le famiglie dei quartieri popolari, a indire appuntamenti di piazza a cui tutta la città continuerà a partecipare, a creare momenti di  confronto reale e critico all'interno delle nostre facoltà convinti che casa, lavoro, reddito e istruzione siano diritti fondamentali di cui tutti devono poter godere in maniera indiscriminata, che esistano altri modi di gestire gli spazi pubblici e vivere il sapere e che  esista in generale un altro modo di intendere la realtà circostante che grazie alla partecipazione condivisa ha la possibilità di realizzarsi proprio attraverso  questi momenti e in questi appuntamenti.

Alla luce di ciò invitiamo le realtà politiche, associazionistiche e la cittadinanza intera a partecipare a un'assemblea cittadina che si terrà oggi alle ore 19.00 al Centro sociale Ex Karcere e in cui oltre a portare la solidarietà si provvederà a ideare e realizzare le giuste forme di mobilitazione cittadine contro tale teorema giudiziario. Richiederemo attraverso la mobilitazione di piazza la libertà immediata di tutti gli attivisti su cui grava tale misura repressiva che va a violare la libertà di critica e di manifestazione del diritto politico.

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