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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Piano regolatore, la città che sarà all’insegna delle blue e green way

Si chiama "Palermo 2025" il nuovo prg, il cui schema è stato illustrato dal sindaco Orlando e dagli assessori Gini, Arcuri e Abbonato. Niente nuovo consumo di suolo ma valorizzazione delle risorse esistenti. Grande attenzione a mobilità sostenibile, aree verdi e mare

“Palermo 2025” sarà il Piano regolatore che disegnerà la Palermo del futuro, una città che si ispira alla filosofia delle green way (le linee della mobilità sostenibile, del recupero del patrimonio edilizio e della valorizzazione delle aree verdi della città) e a quella delle blue way (la rinascita e riscoperta della costa, il suo recupero, la depurazione del mare e la costruzione di vie d’acqua per la mobilità). "La proposta è quella di un modello di sviluppo sostenibile - si legge in una nota - che prende le mosse da pochi ma significativi obiettivi: valorizzazione dell’ambiente naturale, zero uso di nuovo suolo, rigenerazione urbana, potenziamento della qualità dei servizi, incremento della mobilità sostenibile e dolce e miglioramento dell'accessibilità”.

Con queste parole, il sindaco Leoluca Orlando ha introdotto lo schema di massima del nuovo Piano regolatore, approvato dalla Giunta nei giorni scorsi e presentato stamattina a fianco degli assessori Giuseppe Gini, i cui uffici hanno curato la redazione del Piano, Emilio Arcuri e Luciano Abbonato. “Il piano - ha spiegato Gini - parte da una rivoluzione culturale: non è più il piano ‘delle cubature’ ma il piano della vivibilità e dei servizi, il piano che non consuma nuovo suolo. Un piano che, anche quando descrive le esigenze di alloggi (se ne prevedono 1.500 per rispondere all'emergenza abitativa e 1.500 per il social housing) o di nuove aule scolastiche (se ne prevedono 210) non parla di nuove costruzioni, ma del recupero e della rimodulazione del patrimonio edilizio già esistente”. Per fare ciò, come annunciato dall’Amministrazione, si utilizzeranno le aree dismesse, le aree sottoutilizzate, le aree pubbliche, le aree e gli edifici sequestrati alla mafia.

La redazione di questo Piano è stata preceduta da un lungo lavoro che ha permesso per la prima volta di realizzare l'informatizzazione di una enorme mole di dati geolocalizzati, relativi alla situazione idrogeologica della città ed al suo patrimonio agro-ambientale. "Per la prima volta, grazie anche alla stretta collaborazione con Sispi - ha detto Orlando - la città è fornita di una base di dati fondamentale per pianificare il suo futuro, partendo dalla conoscenza reale della situazione”. Si tratterebbe di un piano, spiegano ancora dall’Amministrazione, che pone al centro la qualità dell'aria della città, attraverso interventi per la mobilità sostenibile articolati su cinque assi: il potenziamento ulteriore del tram, con altre 29 chilometri di rotaie che attraverseranno la città da nord a sud (da Mondello alla stazione centrale, passando per il Politeama, il porto e via Crispi ed ancora a Falsomiele-Bonagia) con un grande snodo intermodale alla stazione Notarbartolo, dove passeranno il tram, il passante ferroviario, l'anello ferroviario; le piste ciclabili che arriveranno a coprire 145 chilometri; nuove pedonalizzazioni, fra cui spicca quella dell'asse centrale di via libertà dal Politeama a piazza Croci; una "circonvallazione del mare" che colleghi i porti dalla Bandita a Sferracavallo passando per il porto, l'Arenella e Mondello; il completamento della Circonvallazione, con nuovi svincoli, sottopassaggi e sovrapassaggi.

Il sindaco Orlando ha fatto un parallellismo fra il Piano particolareggiato esecutivo che negli anni Novanta ha portato ad interventi nel centro storico della città gettando le basi per l'odierno riconoscimento Unesco, e questo Piano: "Vogliamo che Palermo diventi il ‘centro storico’ della futura area metropolitana, che lo spot di luce dell'Unesco oggi centrato su alcuni monumenti e aree, si estenda aldilà degli straordinari singoli monumenti a tutta la città, quella ottocentesca, quella liberty, quella delle borgate marinare e contadine, a tutta la ex 'Conca d’oro', a tutto l’arco di costa da nord a sud da riqualificare e reinventare per consentire che diventi il luogo del lavoro, del divertimento, del vivere bene”. Il Piano riporta l’attenzione sugli spazi verdi aperti pubblici e collettivi, proponendone la manutenzione e la riprogettazione, sulle borgate storiche attraverso interventi strutturali rivolti a decongestionarle e a ridurre la pressione, riaffermandone le identità.

Si prevede infatti di intervenire per la riqualificazione di ben 1.100 ettari di verde in tutto il territorio cittadino. Ad illustrare gli interventi per la costa l'assessore Arcuri, che ha ricordato il piano già avviato per il completamento della rete fognaria: "Siamo coscienti - ha detto il vicesindaco ed assessore alle Infrastrutture - che l'obiettivo che ci prefiggiamo è un obiettivo che a Palermo può sembrare eccezionale mentre altrove è la normalità: convogliare a depurazione la quasi totalità, se non la totalità di tutte le acque reflue. Un obiettivo che si basa sui grandi cantieri già in corso - conclude - o che si apriranno nel 2016, restituendo la qualità del mare, eliminando gli scarichi attuali e determinando la potenziale balneabilità di tutta la costa”. Lo schema di massima andrà ora all'esame del Consiglio comunale e dopo l'approvazione da parte di quest'ultimo si lavorerà al Piano effettivo, che sarà infine sottoposto al processo delle osservazioni dei cittadini ed infine alla Regione.

Proprio per il ruolo fondamentale che in questo processo è svolto dal Consiglio comunale, il presidente della Commissione consiliare Alberto Mangano ha manifestato la soddisfazione "per un percorso condiviso che ha visto spesso gli uffici incontrarsi con i consiglieri per condividere idee e spunti per lo schema di massima”. L’apprezzamento di Mangano è anche nel merito della proposta "che è coerente con le direttive del Piano approvate, e con una serie di emendamenti migliorativi, dal Consiglio comunale. Lo schema di massima contiene il sistema dei vincoli e le invarianti che determineranno l’assetto definitivo del Piano. Dalla sua attuazione la città ne avrà enormi benefici in termini di qualità urbana, dell’ambiente e del benessere dei cittadini".

“Il sistema del verde, nelle varie accezioni, le infrastrutture del trasporto pubblico, il sistema dei servizi e la rigenerazione delle aree dismesse, insieme al catalogo dei beni pubblici inutilizzati da recuperare, costituiscono - conclude Mangano - l’ossatura portante del nuovo Piano. E’ confermata la scelta di fermare il consumo di altro suolo e non prevedere la ‘tangenziale’ su cui la Regione e l’Anas continuano a lavorare sperperando denaro pubblico per un’opera inutile e dannosa. E’ arrivato il momento di notificare a questi enti la scelta dell’Amministrazione, ribadendo la competenza esclusiva dell’ente Locale nella pianificazione del proprio territorio”.

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