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Cronaca

Amministratrice di noti alberghi a Palermo non versa tassa soggiorno: denunciata

La cifra evasa ha raggiunto i 170 mila euro. Nei guai una donna di 41 anni dopo un'operazione messa a segno dalla guardia di finanza. Per lei è scattata l'interdizione per un anno dall’esercizio di qualsiasi attività imprenditoriale

Interdizione per un anno dall’esercizio di qualsiasi attività imprenditoriale. E' la misura cautelare notificata dai finanzieri di Palermo per una donna di Alia di 41 anni (G.M.S. le sue iniziali), al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Palermo. A seguito degli approfondimenti eseguiti dagli specialisti del gruppo Tutela spesa pubblica, la donna - amministratrice di tre importanti strutture ricettive a Palermo (due alberghi e un bed & breakfast) - è stata denunciata per peculato, per non aver versato al Comune l’imposta di soggiorno riscossa negli anni dal 2014 al 2018, per un importo complessivo di oltre 170 mila euro.

L’albergatore che riscuote per conto del Comune questo tributo, introdotto a Palermo nel 2014 (che deve essere corrisposto da tutti coloro, non iscritti nell’anagrafe del Comune di Palermo che pernottano nelle strutture ricettive della città), riveste, infatti, la qualità di “agente contabile” e, quale “incaricato di pubblico servizio”, se non provvede nei modi e nei tempi previsti all’obbligo di versamento di quanto riscosso dai clienti per conto dell’Ente pubblico si rende appunto responsabile del delitto di peculato.

"In questo caso - spiegano dalla guardia di finanza - l’indagata solo a seguito delle attività ispettive poste in essere dai finanzieri nel corso del 2019 ha poi provveduto alla regolarizzazione del cospicuo debito con il Comune di Palermo, così evitando il sequestro preventivo del profitto del reato, nonché i connessi profili di responsabilità erariale che sarebbero stati valutati dalla Corte dei Conti. Sulla base delle risultanze acquisite, il giudice per le indagini preliminari, valutati 'gravità dei fatti, la pluralità e la sistematicità degli stessi', ha ritenuto concreto il pericolo di reiterazione del peculato ipotizzato ed ha conseguentemente applicato la misura cautelare interdittiva del divieto di svolgere attività d’impresa. Continua così l’azione della Finanza per il contrasto al fenomeno dell’evasione dell’imposta di soggiorno".
 

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