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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Resuttana-San Lorenzo / Piazza Niscemi

Tra polemiche e attesa arrivano le opere di Nitsch, l'artista: "Sono abituato alle difficoltà"

Il padre dell'Azionismo viennese è pronto ad "abbracciare" la città nonostante l'acceso dibattito delle ultime settimane. Foto, pittura e video. Sarà un'esposizione a 360 gradi quella che prenderà vita all'interno dei Cantieri Culturali, dal 10 luglio al 20 settembre

C'è chi lo ha accusato di "macellazione clandestina, istigazione a delinquere, uccisione senza necessità e lesione della sensibilità del pubblico", diffidando il Comune per la scelta di accogliere la sua arte in città. Chi ha lanciato una petizione che ha raggiunto circa 69 mila firmatari per fermare la mostra. Chi si dice pronto a occupare i Cantieri Culturali e a scontrarsi con la polizia. L'esposizione dell'artista austriaco intitolata "Hermann Nitsch - das Orgien Mysterien Theater" però si farà e prenderà "vita" all'interno dello spazio Zac, alla Zisa, dal 10 luglio al 20 settembre, dalle 9.30 alle 18.30. 

Il padre dell'Azionismo viennese, ideatore del Teatro delle Orge e del Mistero, è pronto dunque ad abbracciare Palermo, nonostante le querelle delle ultime settimane. Quaranta tele di grandi dimensioni e un'opera alta circa dieci metri posta a terra. Una raccolta di lavori realizzati dal 1995 a oggi che si pongono come obiettivo quello di approfondire il rapporto tra gesto e pittura, oggetto e memoria. La mostra ingloberà inoltre duecento fotografie relative alle performance di Nitsch dal 1964 al 2013. A spiegarlo oggi in conferenza stampa a villa Niscemi lo stesso artista, insieme al sindaco Orlando e all'assessore alla Cultura, Andrea Cusumano. Sponsor del progetto sarà Elenk'art, ad organizzarla Ruber.contemporanea, con la collaborazione dell'Accademia di Belle Arti e per volere dell'assessorato alla Cultura. 

Pittura, fotografie e anche video di animali crocifissi e corpi mutilati per dare un'immagine a 360 gradi delle azioni più importanti del maestro negli ultimi decenni. Nitsch però non si mostra spaventato dall'accoglienza che gli potrebbero destinare i palermitani e da chi ha minacciato di occupare gli spazi di Zac. "Nel mio lavoro - spiega - ho avuto sempre a che fare con le difficoltà, ci sono abituato. Spero che la gente che viene a vedere la mostra se comprende le opere, dopo averla visitata, possa vivere più intensamente la propria vita". Lo stesso Nitch aveva scritto una lunga lettera rivolta agli animalisti per spiegare la sua posizione contro "gli attacchi fazioni" e per invitarli a riconoscerlo "come uno di loro", nella speranza che "mi accolgano nel loro circolo". Nitsch spiegava infatti che la carne utilizzata durante le sue performance viene acquistata nei macelli e dopo le sue azioni artistiche viene utilizzata oer cibarsene. "Combattiamo insieme - concludeva la lettera - contro il dolore degli animali, per un mondo migliore e più giusto"

Non solo gli animalisti, anche il critico d'arte Vittorio Sgarbi aveva criticato la scelta di ospitare la mostra a Palermo, affermando che si tratta di "cose viste e riviste da quaranta anni. Vecchie. Sempre le stesse. Con tanti meravigliosi esempi di artisti contemporanei che abbiamo, sono andati a ripescare proprio Hermann Nitsch" e continuando affermando che “il popolo fa bene a ribellarsi”. Polemiche che non preoccupano neanche l'assessore Cusumano, uno di quelli che hanno subito più attacchi perché accusati di portare la mostra in città per via dei rapporti di lavoro e amicizia che lo legano all'artista. "Le critiche e le polemiche - spiega - hanno viaggiato sui social sulla base di informazioni erronee. Altre hanno riguardato il lato estetico e culturali sull'opportunità di certi artisti rispetto ad altri, cosa che ad ogni modo dimostra una sensibilità dei cittadini nei confronti dell'arte contemporanea. Mi auguro comunque che questa mostra possa contribuire a rivitalizzare la cultura dell'arte contemporanea a Palermo".

Se sono in tanti a chiedere un passo indietro - come avvenuto al museo Jumez di Città del Messico - l'assessore Cusumano chiarisce che lì l'esposizione non è stata revocata per volontà dell'amministrazione locale ma di una privata. "Città del Messico - spiega - ha ospitato le opere in uno spazio pubblico". "Non ho fatto un passo indietro - continua - perché è stata programmata una mostra internazionale, presente in tutti i musei. Mi sembra assurdo dover essere la prima istituzione pubblica che censura una mostra in Italia. Il sindaco mi ha chiamato perché ho conoscenze in ambito internazionale, mi scandalizzerei se non le utilizzassi per il bene della città".

"L'arte - continua l'assessore - è spesso scomoda perchè è capace di ricordarci contraddizioni che ci appartengono. E' noto l'episodio di Picasso che alla domaanda di un ufficiale nazista, il quale osservando Guernica gli chiese 'Lo ha fatto lei?' risposte 'No, lo avete fatto voi'. Nitsch è spesso criticato per il fatto di utilizzare vero sangue e vera carne nelle sue azioni. Ai più sfugge però che, al di là delle possibie e soggettiva ripugnanza per certe immagini, gli animali di fatto li macelliamo tutti noi...giornalmente. Altro discorso va fatto per i vegani i quali non partecipano al rito collettivo del macello e dunque possono distanziarsi tanto quanto da qualunque altro consumatore di carne, utilizzatore di cuoio, pittore con colla di coniglio e persino il mio simpatico amico tamburista di Ganci il quale nel suo bigliettino da visita scrive: '"La pecorella che fa beheh, arriva nelle mie mani e fa Boom'". 

A mostrarsi giorni fa contro la censura anche il maestro Mimmo Cuticchio che in occasione della presentazione de "La Macchina dei Sogni", aveva  commentato: "La libertà nell'espressione artistica e poetica deve essere libera al massimo. Aspettiamo che venga accesa la 'vampa' e poi si decide se si 'quaria' e se vuole andare". E se anche il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli ha promesso che sarà presente il giorno dell'inaugurazione per "bloccare l'ingresso", non resta che attendere il 10 luglio per vedere cosa succederà dentro e fuori quella ormai da tutti considerata la "mostra della discordia"

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