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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

L'amianto fa strage: ogni anno 600 morti in Sicilia, circa 200 nel Palermitano

I dati li ha forniti l'Osservatorio nazionale amianto (Ona). Inapplicata la legge regionale approvata nel 2014, dirottati altrove i fondi previsti per censimenti, bonifiche, prevenzione e diagnosi precoce. Bonanni: "Politica incapace di salvaguardare lavoratori e cittadini"

Una strage. Non ci sono altre parole per definire le morti provocate dall'amianto: in Sicilia si contano 600 decessi all'anno - circa 200 nella provincia di Palermo - per patologie connesse all'esposizione alla fibra-killer come mesoteliomi, placche pleuriche e tumori a laringe, faringe, esofago, fegato, colon e ovaie. I dati li ha forniti oggi l'Osservatorio nazionale amianto (Ona), presentando il volume "Sicilia: il libro delle morti bianche. Cause, eventi e testimonianze", a cura di Ezio Bonanni.

L'amianto, messo fuori legge nel 1992, a distanza di anni continua a mietere vittime. Un nemico subdolo, difficile da contrastare, anche a causa dell'inerzia delle istituzioni nazionali e locali. In Sicilia c'è una legge, la numero 10 del 2014, che di fatto è rimasta inapplicata. E, cosa peggiore, è stata definanziata. I fondi previsti per il censimento e la mappatura dell'amianto, per gli interventi di bonifica, per la prevenzione e la diagnosi precoce sono stati infatti dirottati altrove. 

Stando ai dati dell'Ona, le zone maggiormente a rischio dell'Isola sono quella di Augusta-Priolo Gargallo-Siracusa, Gela, Biancavilla e Milazzo. Anche nel Palermitano l'amianto ha creato non pochi problemi: ad esempio laddove sono concentrati gli insediamenti della cantieristica navale. Altro caso eclatante è quello dell'ex centro elettronico del Banco di Sicilia. "Dagli anni '60 al 2005 - dice Giovanni Giattino (Ona Palermo) - sono morti 67 lavoratori. Siamo stati costretti ad intraprendere un percorso giudiziario per avere riconosciuti i diritti previdenziali per esposizione ad amianto di cui il plesso di via Adria è strutturalmente intriso".

Aricò: "Verificheremo possibilità del prepensionamento"

L'amianto è un "cancerogeno completo", che provoca diversi tipi di tumori. A volte anche a distanza di decenni. Per quanto riguarda i mesoteliomi, l'Ona calcola in Sicilia un'incidenza del 5,3% su base nazionale. Ad essere strettamente connesso con l'esposizione all'amianto non è solo il mesotelioma. "Ai circa 100 casi di mesotelioma che si registrano ogni anno in Sicilia vanno aggiunti i decessi per cancro polmonare, l'amianto infatti molto spesso aumenta gli effetti dei cancerogeni del fumo. Ci sono poi i decessi per cancro alla laringe o le donne che muoiono per cancro alle ovaie, anche questi riconducibili all'esposizione all'amianto. Ecco perché arriviamo a circa 600 ogni anno". Così il presidente nazionale dell'Ona, Ezio Bonanni, che tira in ballo "le responsabilità del governo nazionale e di una certa politica siciliana, incapace di portare avanti i diritti dei lavoratori e dei cittadini. Ci sono imprese del nord che hanno impiantato le loro attività più pericolose in Sicilia, mi riferisco ad esempio ai petrolchimici. Risultato? Il Pil viene contabilizzato a Roma, i decessi in Sicilia". Da qui l'appello al governatore Musumeci: "Bisogna dare subito applicazione alla legge regionale, ma anche attivare il prepensionamento dei lavoratori esposti all'amianto portando un atto di indirizzo al tavolo del Consiglio dei ministri così come fatto da altre Regioni". 

L'ex deputato dell'Ars Pippo Gianni, "padre" della legge regionale sui rischi derivanti dall'amianto, chiede "il rispristino in Finanziaria dei fondi Pac inizialmente stanziati dalla Regione e ulteriori somme, almeno 10 milioni, per attrezzare l'ospedale di Augusta. La legge contemplava la possibilità d'istituire un centro di riferimento regionale sull'amianto. La beffa è che molti pazienti che soffrono di patologie connesse all'amianto vanno a curarsi fuori dalla Sicilia. Occorre cambiare rotto per dare sostegno alle vittime di queste patologie, alle famiglie e ridurre le spese sanitarie della nostra Regione. La disattenzione da parte della politica - conclude Gianni - non è più accettabile". 

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