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Cronaca

Processo Lembo, nella cartella clinica un doppio errore

Nuova udienza per la morte di Valeria Lembo, la donna di 34 anni, deceduta il 29 dicembre 2011 per un'overdose di farmaci chemioterapici. Era in cura presso il Policlinico. A giudizio quattro medici e due infermieri del reparto di Oncologia medica del nosocomio

Prosegue il processo per la morte di Valeria Lembo, la donna di 34 anni, deceduta il 29 dicembre 2011 per un'overdose di farmaci chemioterapici. La donna aveva morbo di Hodgkin ed era in cura presso il Policlinico. Fatale sarebbe stata una dose di vinblastina, somministrata in eccesso. Avrebbe infatti ricevuto 90 milligrammi della molecola e non 9.

A processo quattro medici e due infermieri del reparto di Oncologia medica del nosocomio, imputati a vario titolo per per omicidio colposo e falsificazione di cartella: Sergio Palmeri, all'epoca dei fatti primario del reparto, il medico Laura Di Noto, lo specializzando Alberto Bongiovanni, lo studente universitario Gioacchino Mancuso, l'infermiera professionale Clotilde Guarnaccia e l'infermiera Elena D'Emma.

Dopo la testimonianza dei familiari della vittima, sentiti nelle scorse settimane, a prendere la parola è stata Laura Di Noto. Secondo la ricostruzione del medico l'errore che è stato fatale alla giovane paziente è stato commesso due volte e non una. Già il 23 novembre sulla cartella clinica era possibile leggere la prescrizione di un dosaggio superiore al dovuto. "Quando mi hanno chiamato dalla farmacia dell'ospedale per dirmi che avevano solo 70 mg del farmaco - ha detto Di Noto - sono andata a controllare la cartella clinica, facendo attenzione, come da prassi, sia alla prescrizione del 7 dicembre che a quella precedente: erano uguali, sempre 90 mg. Così dissi che era tutto giusto, non mi vennero dubbi". I medici però si sarebbero accorti dell'errore. "Palmeri mi disse di non dire nulla ai parenti - ha spiegato - Non si doveva parlare del sovradosaggio. Dovevamo dire che era una gastroenterite. Lo stesso Palmeri mi disse di chiamare la signora per sapere come stava e consigliarle, eventualmente, di andare in ospedale".

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