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Cronaca Cruillas / Via Trabucco

Ricoverata da giorni al Cervello muore all'improvviso, familiari presentano denuncia

La paziente, 42 anni, obesa e con alcuni problemi respiratori si trovava nel reparto di Endocrinologia dove era tenuta sotto osservazione. Sequestrata la cartella clinica. I parenti: "Si poteva salvare". I medici: "Ormai denunciare è diventata una routine"

Era ricoverata da giorni ma sembrerebbe che nulla potesse far pensare al peggiore degli epiloghi. Poi, questa mattina, si è alzata dal letto per andare in bagno e al suo ritorno è collassata all'interno della stanza. Una donna di 42 anni, Francesca Mazzola, è morta oggi nel reparto di Endocrinologia dell’ospedale Cervello. Nonostante i tentativi di rianimarla per lei non c’è stato nulla da fare. Appresa la notizia i familiari hanno contattato la polizia per presentare una denuncia, convinti che ancora non fosse arrivata la sua ora: "Si poteva salvare". Sul posto è intervenuto il medico legale. Sequestrata la cartella clinica.

La donna, obesa, era stata ricoverata in estata per via del respiro affannato che non le dava pace. Negli ultimi giorni aveva accusato nuovamente qualche problema di dispnea, decidendo quindi di tornare in ospedale per farsi controllare. Anche in questo caso gli accertamenti eseguiti dallo pneumologo non avrebbero evidenziato nulla di anomalo: né un po’ di febbre, né tosse o dolori toracici. Mazzola sarebbe dovuta restare ancora qualche giorno in attesa del consulto dell’endocrinologo per capire se e quale tipo di terapia iniziare.

Fino a ieri sera la 42enne, che non avrebbe avuto problemi legati alla glicemia o alla tiroide, era apparsa serena e aveva anche mangiato. Stamattina la tragedia. Il medico di guardia e il medico rianimatore, allertati da un’altra paziente ricoverata della stessa stanza, non sono riusciti a far nulla: il suo cuore aveva smesso di battere. A seguito dell’accaduto i parenti e qualche amico si sono raccolti attorno alla stanza in cui si trovava la donna e fanno avanti e indietro nel reparto. "Meno male che era tenuta sotto osservazione", dice uno di loro. "I medici non hanno fatto tutto il necessario", aggiunge un altro". "Spero che finalmente abbia trovato la tranquillità che non riusciva più ad avere", afferma con rassegnazione una cugina.

Si attendono ulteriori disposizioni da parte dell’autorità giudiziaria sulla necessità di eseguire l'autopsia. Un medico del reparto, passeggiando lungo i corridoi, ha fatto una riflessione ad alta voce e si è interrogato: "Capisco umanamente il dolore e per questo siamo loro vicini, ma quante di queste denunce sono fondate? Ormai è diventata una routine". A rispondere alla sua domanda, se si tratti di un caso di malasanità o di una tragica fatalità, lo stabilirà la Procura che una volta acquisite tutte le informazioni deciderà se aprire o meno un'inchiesta.

Risale a pochi giorni fa il decesso di Carmela Megna, nella clinica privata Villa Serena di viale Regione. La ragazza, appena trentenne, era stata operata lo scorso 6 ottobre per la rimozione di una cisti a un rene. L'intervento, secondo quanto riferito dal direttore sanitario Gaetano Monte, era riuscito con successo, ma qualche giorno dopo essere andata sotto i ferri la giovane si sarebbe sentita male per una febbre sospetta. Quindi sarebbe tornata in clinica dove poi, il 27 ottobre, è morta. Anche in quel caso il magistrato ha disposto il sequestro della cartella e l'esame autoptico.

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