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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Barricato in casa, 24 pen drive distrutte": Montante in carcere dopo la folle notte

Stop ai domiciliari, inasprita la pena all'ex presidente di Sicindustria che avrebbe inquinato le prove. Durante le fasi dell'arresto - una settimana fa - per due ore non aveva aperto ai poliziotti. Documenti ritrovati in un pozzo luce e nel balcone del vicino

E' stata inasprita la misura cautelare nei confronti dell'ex presidente di Sicindustria Antonello Montante, arrestato il 14 maggio scorso con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Nel pomeriggio la Squadra Mobile di Caltanissetta lo ha "prelevato" dal suo appartamento e trasferito dai domiciliari al carcere di Malaspina. Montante avrebbe cercato di inquinare le prove a suo carico.

"Le motivazioni che hanno indotto il Gip a inasprire la misura sono riconducibili alla grave condotta messa in atto dall'ex numero uno di Sicindustria in occasione del suo arresto, avvenuto a Milano lo scorso 14 maggio - fanno sapere le forze dell'ordine -. Montante, infatti, in quell'occasione si è barricato in casa per quasi due ore, non aprendo ai poliziotti e distruggendo documenti e circa 24 pen drive. Poi ha anche tentato di disfarsi di altra documentazione che è stata scovata e sequestrata dagli agenti della Mobile". 

Parte della documentazione, infatti, è stata trovata nel corso della minuziosa perquisizione dei poliziotti in un pozzo luce su cui si affaccia il salone di casa di Montante. Alcune pen drive, dopo essere state messe in un sacchetto di plastica, erano state buttate in un cortile adiacente al palazzo, ma anche queste sono state recuperate. Infine è stato recuperato anche uno zainetto, contenente altre pen drive e altra documentazione cartacea, del quale Montante si era disfatto nelle concitate fasi dell’arresto. Lo zainetto è stato recuperato sul balcone di un vicino di casa.

"Si tratta di gravi condotte - dicono dalla polizia - che hanno indotto il giudice a inasprire la misura cautelare. Condotte che sono proseguite anche dopo l’arresto. Infatti, una volta portato agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Serradifalco, dopo l’interrogatorio di garanzia avvenuto lo scorso 15 maggio, Montante ha violato le prescrizioni che gli aveva imposto il giudice coi domiciliari. I poliziotti della Squadra mobile hanno infatti documentato che all’interno della sua villa in questi giorni è stato consentito l’accesso a persone non autorizzate".

Sono oltre 20 le persone indagate nell'ambito dell'indagine che ha portato all'arresto - per associazione per delinquere finalizzata alla corruzione - dell'ex presidente di Sicindustria, Antonello Montante, e di altre cinque persone (tutte ai domiciliari, tra cui tre poliziotti di Palermo). Vertici dei servizi segreti civili, esponenti delle forze dell'ordine, docenti universitari, politici. Nomi eccellenti, come quello del senatore palermitano di Forza Italia Renato Schifani. Anche l'ex presidente del Senato avrebbe fatto parte della "rete" che consentiva a Montante di essere costantemente informato sulle inchieste che lo riguardavano. Un terremoto nato a Caltanissetta, con pesanti ripercussioni fino a Palermo e Roma. Indagati anche l'ex presidente della Regione, Rosario Crocetta, due ex assessori dei suoi governi, Linda Vancheri e Mariella Lo Bello, il successore dello stesso Montante al vertice di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro, risultano infatti indagati.

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