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Cronaca Ciaculli / Via Giulio Tenaglia

La furia dei vecchietti di Ciaculli: bombe contro i due fidanzati, fermato un altro anziano

Antonino Faraone, 78 anni, si trova in stato di fermo per il tentato omicidio di via Tenaglia. Ventiquattro ore prima i poliziotti avevano individuato un settantasettenne

Ha settantotto anni l'altro "vecchietto" che da questa mattina si trova in stato di fermo per il tentato omicidio di Ciaculli. Antonino Faraone, classe 1938, è gravemente indiziato per aver tentato di uccidere Umberto Vittorio Geraci e Jessica Ernesta Modica, i fidanzati di 22 e 23 anni, rimasti gravemente feriti per l'esplosione di alcune molotov nel casolare in cui viveva il ragazzo. Gli agenti della Squadra Mobile diretta da Rodolfo Ruperti proprio 24 ore fa avevano fermato Benedetto Fici, pregiudicato di 77 anni, con l'accusa di tentato omicidio, lesioni aggravate e porto abusivo di armi da guerra.

RUPERTI: "CI AVEVANO GIA' PROVATO"/VIDEO

Il fermo di Faraone è stato disposto dalla Procura della Repubblica. I fatti risalgono a lunedì mattina: mentre i due giovani si trovavano all'interno del casolare di via Tenaglia, a Ciaculli, che Geraci aveva da qualche mese occupato con una tenda (senza luce né acqua), da fuori sono "piovute" due bottiglie incediarie piene di benzina e pezzi di ferro. "Le molotov sono considerate a tutti gli effetti - spiegano dalla Questura - delle armi da guerra". Armi che hanno ridotto in fin di vita il ragazzo e provocato gravi ustioni alla fidanzata. I due vecchietti sarebbero stati infastiditi dalla presenza di due giovani.

Esplosione a Ciaculli, 2 feriti

LA RICOSTRUZIONE - Erano le 8.30 del mattino quando i due giovani hanno visto Fici e Faraone, in un secondo momento riconosciuti tra le foto mostrate dalla Squadra Mobile, fare un primo sopralluogo nel casolare in cui Geraci viveva e dove la ragazza andava spesso a trovarlo. "Si chiuieru sti iecca sangu", avrebbe detto uno dei due fermati all’altro dopo essersi affacciato dalla finestra

Già nei mesi precedenti c’erano stati dei contatti tra Geraci e "il giardiniere" (così era conosciuto Fici ndr), che non gradiva l’occupazione abusiva di quel casolare nonostante fosse in stato di abbandono. Fici e Faraone, dopo aver visto i due "ospiti" all’interno del casolare attraverso una finestra, si sono allontanati per pianificare la loro spedizione punitiva. Gli sarebbe bastata mezz’ora, secondo la ricostruzione degli inquirenti, per procurarsi quei "congegni micidiali da equipararsi agli effetti della legge penale alle armi da guerra".

Nonostante le gravi ferite che rischiano di lasciarlo sfigurato per sempre il giovane Geraci, così come la sua ragazza, avrebbe riconosciuto i due uomini. Dall’analisi dei tabulati è emerso che subito dopo il fermo di Fici, che era arrivato sul posto a bordo della Fiat Panda della moglie, i due si sarebbero sentiti più volte via cellulare. Poco dopo le ore 10 i due che si trovano adesso in stato di fermo di polizia sono tornati davanti al casolare. Dopo aver accertato di essere lontani da occhi indiscreti hanno lanciato le due molotov, scatenando l’inferno di fuoco che ha rischiato di uccidere i due giovani.

"Abbiamo lavorato senza sosta - aveva spiegato ieri Ruperti - ricostruendo alcuni fatti risalenti anche ad un anno fa. Tra cui un incendio di un altro luogo abbandonato, episodio però che non era stato denunciato. Abbiamo raccolto diversi elementi e dichiarazioni tra cui il modello di macchina usata e il colore da parte di una persona di età anziana". 

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