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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Busta con proiettile e minacce a Patronaggio, il procuratore del caso "Diciotti"

Nel mirino il magistrato palermitano che ha iscritto nel registro degli indagati il ministro dell'Interno Matteo Salvini. "Zecca sei nel mirino": questo il testo della lettera. Sulla busta, anche un simbolo inequivocabile dell'estrema destra: il Gladio

Una lettera, con minacce di morte e con un proiettile da guerra, è stata recapitata al quinto piano di via Mazzini - sede della Procura della Repubblica - al procuratore capo di Agrigento, il palermitano Luigi Patronaggio. Nella lettera si fa riferimento al caso Diciotti e, dunque, all'inchiesta - partita da Agrigento - sul ministro dell'Interno Matteo Salvini.

"Zecca sei nel mirino", è stato scritto con un pennarello nero nella lettera che è arrivata oggi al quinto piano di via Mazzini, nell'ufficio del procuratore capo. Sulla busta, anche un simbolo inequivocabile dell'estrema destra: il Gladio, tipico di un'organizzazione paramilitare clandestina. "Zecca" invece è uno degli epiteti usati contro i comunisti. E Patronaggio è stato accusato - proprio per l'inchiesta sul caso "Diciotti" - di essere un magistrato di sinistra. Nella missiva contro il procuratore capo di Agrigento ci sarebbero parole e minacce (anche di morte) pesantissime. Anche se non c'è un riferimento esplicito al caso della nave.

Il procuratore capo Luigi Patronaggio è il magistrato che ha iscritto nel registro degli indagati il vice premier. Nei giorni scorsi, la Procura di Palermo ha trasmesso al tribunale dei ministri del capoluogo siciliano il fascicolo d'indagine sul caso "Diciotti" ed ha chiesto al collegio speciale per i reati cosiddetti ministeriali di procedere ad indagini preliminari nei confronti del ministro dell'Interno Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona aggravvato.

Caso "Diciotti" e inchiesta sul ministro Salvini, atti trasmessi al tribunale dei ministri

La Procura di Caltanissetta, competente per territorio, ha già aperto un fascicolo d'inchiesta. Delle indagini si occuperanno carabinieri e polizia. Non ci sono ancora certezze e conferme istituzionali, ma pare che la pesantissima lettera di minacce e il proiettile da guerra possa essere arrivato, ad Agrigento, da ambienti paramilitari. In Prefettura, intanto, convocato dal prefetto Dario Caputo, si terrà - nel pomeriggio - un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. 

Caso "Diciotti", la Procura invia a Palermo gli atti su Salvini  

Questo il commento del sindaco palermitano Leoluca Orlando: "Un fatto gravissimo ed inquietante, che riporta l'Italia indietro nel tempo ad un periodo buio della Repubblica. Un fatto che per i suoi contorni non può non avere una risposta pronta ed immediata da parte del Presidente del Consiglio e del Ministro della Giustizia, perché è ormai evidente che le posizioni razziste e violente di una parte politica stanno inquinando i pozzi della cultura democratica e della convivenza civile in Italia; una convienza che nel dialogo e nell'accoglienza hanno i propri capisaldi". 

Sconcerto e preoccupazione per il gravissimo atto intimidatorio dal Forum siciliano dei movimenti per l'Acqua ed i Beni Comuni: "Alimentare un clima d'odio, violenza e paura restituisce frutti avvelenati e dal sapore eversivo, che minano alle fondamenta la nostra democrazia e mettono sotto attacco la separazione dei poteri disegnati dalla Costituzione. Ci sentiamo di ringraziare il magistrato per aver esercitato le funzioni a cui è chiamato, sia per il caso della Diciotti che per essere stato il primo magistrato ad aver aperto un'inchiesta sulle malversazioni che da anni denunciamo inascoltati sulla gestione dell'acqua e della depurazione in provincia di Agrigento. A Patronaggio tutta la solidarietà e vicinanza del Forum, con l'auspicio che si faccia immediatamente luce sull'accaduto e si possa ristabilire un clima rispettoso del lavoro del magistrato e della convivenza civile".  

Solidarietà anche da Libera Sicilia: "Patronaggio è il pm che ha condotto le indagini che portarono all'arresto dei mandanti dell'omicidio di Padre Pino Puglisi – afferma il coordinatore regionale  Gregorio Porcaro – ed essendo a ridosso dell’anniversario della sua uccisione, così come a due giorni dall’arrivo del Papa a Palermo, dobbiamo interrogarci su tanti aspetti. Libera Sicilia esprime tutta la sua solidarietà a Patronaggio, plaudendo fa senza dubbio il proprio dovere e non ci sono dubbi che la legge è eguale per tutti, ma vorrei ricordare che essere eletti non vuol dire spaccare un popolo tra buonisti rosiconi e razzisti bravi. Ci chiediamo tutti l’autore di tale gesto: se l’attacco giunge da qualche scheggia impazzita supporter di Salvini – aggiunge Porcaro -, se si tratta di un vero e proprio avvertimento mafioso oppure se queste due ipotesi si debbano fondere arrivando ad alimentare altri dubbi o, come speriamo in tanti, fornire delle certezze.  Queste ore ci devono portare a capire l’importanza dello stare ancora più uniti per rompere schemi e logiche che non portano a nulla, se non a ennesime scissioni culturali e social".

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