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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Cento migranti dei centri di accoglienza di Palermo spettatori a teatro

Si tratta di 30 ospiti che attualmente si trovano nei centri Caritas. I giovani hanno assistito alla prova generale di "Lampedusa Snow", l’opera di Lina Prosa, nella sala Strehler del Teatro Biondo. Vengono da Somalia, Afghanistan, Bangladesh e Tunisia

Un centinaio di migranti ospiti di Sprar e centri di accoglienza Caritas hanno avuto la possibilità di andare a teatro. Sono stati invitati, infatti, ad assistere ieri pomeriggio alle prove generali di “Lampedusa Snow” di Lina Prosa, che debutterà in prima nazionale oggi al Teatro Biondo di Palermo, interpretato da Federico Lima Roque, giovane attore italiano originario di Capo Verde. Prodotto dallo Stabile palermitano, lo spettacolo è il secondo dei tre testi che compongono la Trilogia del naufragio di Lina Prosa, andata in scena con successo lo scorso anno alla Comèdie-Française di Parigi.

In questo spettacolo l’autrice approfondisce il tema dell’immigrazione, raccontandone la tragedia attraverso le parole del protagonista, Mohamed, invitando alla riflessione civile e politica su una questione di tremenda attualità e sul “naufragio” come metafora della condizione contemporanea.  L’opera teatrale è stata accolta dai migranti con grande entusiasmo. Nello specifico, gli spettatori sono stati alcuni migranti accolti negli Sprar (Sistema di Protezione Richiedenti Asilo Rifugiati), in convenzione con il Comune di Palermo, e un gruppo di altri trenta giovani, ospitati in alcuni centri della Caritas diocesana accompagnati da alcuni operatori e dal direttore don Sergio Mattaliano.

La maggior parte di loro è ancora richiedente asilo, ossia in attesa di protezione internazionale. Altri, invece, sono già titolari del diritto e sono nella fase avanzata di formazione e di inserimento professionale e lavorativo. Sono uomini, donne e nuclei familiari di diversi paesi: Somalia, Gambia, Mali, Nigeria, Afghanistan, Bangladesh, Tunisia. Tutti provengono da zone di sbarco siciliane che, in una prima fase, sono stati temporaneamente accolti nei vari centri di accoglienza straordinari (Cas) e poi definitivamente trasferiti nei centri Sprar. 

“Grazie per l’opportunità che è stata data ai nostri ragazzi – sottolinea Sergio Mattaliano a conclusione dello spettacolo –, che, come me, si sono emozionati molto. Molti di loro si sono rivisti nell’esperienza raccontata dal protagonista. Il teatro nella sua capacità di interpretare artisticamente il dramma della realtà ha il grande dono di portarci a riflettere. Mi auguro che ci siano altre iniziative culturali da cui tutti possiamo trarre tutti un grande arricchimento”.

“Sono contento della possibilità che mi è stata data – dice M., giovane immigrato di 26 anni del Mali ospite al centro San Carlo e Santa Rosalia della Caritas – anche perché quando vivevo in Libia la mia vita era solo tutta casa e lavoro e non sapevo  come era fatto un teatro. Un’altra cosa che mi è piaciuta è stata quella di poter vedere altri giovani africani come me, ospitati in altre strutture, con cui ho potuto parlare e confrontarmi. Infine ho apprezzato il modo in cui  è stato messo in scena il tema dell’immigrazione che noi viviamo come protagonisti ogni giorno”.

“Abbiamo ricevuto la proposta da parte di Claudia Brunetto, giornalista de ‘La Repubblica’ che per la messa in scena dell’opera è anche aiuto-regista – afferma Nadia Sabatino, una delle  responsabili del settore immigrazione della Caritas cittadina -. L’invito è stato accolto con grande entusiasmo dai nostri ragazzi e con la curiosità di volersi sperimentare in una situazione per loro nuova. Pensiamo che l’iniziativa sia stato senz’altro uno stimolo culturale molto importante per loro anche se si tratta di un tema molto doloroso. In loro, infatti, è stato molto forte il desiderio di conoscere anche il tipo di interpretazione teatrale che data al tema del naufragio, alcuni di loro hanno vissuto in prima persona. E, poi, considerato che non erano mai stati a teatro, è stata un’occasione per conoscere un altro piccolo pezzo storico-artistico della nostra città”.

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