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Cronaca Corso Tukory

Mercato dell'usato (abusivo) in corso Tukory: "Siamo un toccasana per il quartiere"

Sul marciapiede sono esposti da circa una settimana mobili di tutti i tipi. A gestire il mercato improvvisato non autorizzato una donna, assistente scolastica comunale, insieme al marito. "Diamo lavoro e aiutiamo chi non può comprarsi mobili nuovi"

A pochi passi da Ballarò un nuovo mercato dell'usato è sorto in Corso Tukory. Armadi, enormi specchi, scrivanie, poltrone, tappeti e divani hanno invaso il marciapiede, lasciando solo uno stretto corridoio per attraversarlo. La merce esposta è tutta rigorosamente di seconda mano, quasi esclusivamente costituita da mobili, anche se si possono trovare cavallucci a dondolo, libri, un vecchio monitor per computer, una sedia a rotelle e persino due paia di sci. Unica pecca: i gestori, Nicoletta e Nicola, non sono riusciti a ottenere l'autorizzazione da parte del comune, quindi il mercato è totalmente abusivo.

Ma, secondo l'avvenente signora Nicoletta, che è una collaboratrice scolastica comunale e al momento è in ferie, ciò che si è andato creando attorno al suo esercizio è un vero e proprio toccasana per il quartiere. "La gente passava di qua - spiega l'improvvisata commerciante - e trovava solo siringhe e prostitute, adesso ha ritrovato il piacere di passeggiare. E questo è niente. Noi diamo da mangiare a sette padri di famiglia, di cui quattro ghanesi, e forniamo un aiuto concreto a chi non ha soldi per comprarsi i mobili. E se qualcuno ha bisogno di disfarsene, li ritiriamo gratis". 

Certo non si possono accontentare tutti, e ci sono state molte proteste da parte sia dei residenti per la confusione mattutina, sia dei commercianti dall'altro lato della strada, le cui vetrine non sono più visibili a causa dei vari armadi e dispense. Ma si sta già pensando a spostare la mercanzia di qualche metro per ovviare al problema. 

"Stiamo veramente rendendo un servizio meritevole - continua Nicoletta - e l'unica cosa che vogliamo è essere riconosciuti. L'altro giorno abbiamo autorizzato dei rumeni, gente poverissima, a vendere dei vestiti presi chissà dove. Da una signora, che non aveva di che mangiare, ho comprato delle bambole anche se mi fanno una paura tremenda. Ce ne capitano di tutti i colori, pensi che l'altra volta abbiamo ritirato una lavatrice con dentro ancora degli abiti. E intanto mio marito si sta prendendo tutta la colpa con i carabinieri, che ci hanno fatto una multa di 200 euro, e il reato rischia di diventare penale".

A proposito delle ragioni che hanno spinto la coppia ad aprire l'attività, la donna cita anche il fatto che si è "sempre sentita più propensa per il ramo commerciale, e non per quello scolastico", oltre al suo desiderio mai realizzato di imparare l'inglese. Anche se un po' storpiato dall'accento africano dei suoi dipendenti. Insomma, non tutto l'abusivo vien per nuocere?

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