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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia

Riina sfida Di Matteo: "Facciamola grossa e non ne parliamo più"

Il capo dei capi, intercettato durante l'ora d'aria all'Opera di Milano, pianifica altri attentati passeggiando con il solito "compagno di carcere" Alberto Lorusso, boss della Sacra Corona Unita. Il bersaglio è sempre il pm della trattativa

Mai stato più esplicito di così. Emergono altri contenuti delle intercettazioni di Totò Riina, che durante l’ora d’aria ha parlato esplicitamente di progetti di attentati contro i magistrati palermitani, coinvolgendo gli uomini delle scorte. Il capo dei capi pianifica altri attentati passeggiando con il solito "compagno di carcere" Alberto Lorusso, boss della Sacra Corona Unita, all'Opera di Milano. Le intercettazioni sono state depositate oggi pomeriggio dai pm al processo per la trattativa.

Sono due le intercettazioni incriminate. Una risale al 30 ottobre scorso. Riina dice: "L’ultimo se mi riesce sarà più più grosso... Se mi ci metto (ride e gesticola) con una bella compagnia di anatroccoli “pa...pa...pa... Patampiti”. Così a chi peschiamo peschiamo.... Peschiamo e non se ne parla più. Perché sono degni... Non devo avere pietà di questi, come loro non hanno pietà". Il boss parla di vittime che a volte chiama "paparelle" e a volte "anatroccoli", gesticola in modo plateale con la mano e fa il gesto di un botto.

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Il boss di Corleone parla ancora di attentati appena 17 giorni dopo. Sempre con Lorusso. E' il 16 novembre, un sabato mattina. "E allora organizziamola questa cosa! Facciamola grossa e non ne parliamo più". Il bersaglio è ancora il pm della trattativa Antonino Di Matteo. Riina tira fuori la mano dalla tasca e gesticolando mima il gesto di fare in fretta. "Vedi, vedi - dice Riina, facendo riferimento a Di Matteo - si mette là davanti, mi guarda con gli occhi puntati ma a me non mi intimorisce.... Questo Di Matteo non se ne va, gli hanno rinforzato la scorta e allora, se fosse possibile, ad ucciderlo... Una esecuzione come eravamo a quel tempo a Palermo con i militari".

"Mi viene una rabbia, ma perche' questa popolazione non vuole ammazzare a nessun magistrato? A tutti... ammazzarli, proprio andarci armati e vedere...". E' lo sfogo del capomafia Totò Riina contro i giudici. "Si ingalluzziscono , proprio si ingalluzziscono... perchè c'è la popolazione che li difende, che li aiuta. Quelli però che devono andare a fare la propaganda là, sono quelli che devono andare a fare la propoaganda. Hanno lo scopo in testa per uno 'strumentio' (strumentalizzazione) completamente e le persone sono con loro...".

"Quello là saluta e se ne saliva nei palazzi. Ma che disgraziato sei, saluti e te ne sali nei palazzi. Minchia e poi è sceso, disgraziato, il Procuratore Generale di Palermo". Cosi' il boss invece ricorda la strage in cui fu ucciso il giudice Rocco Chinnici, saltato in aria per l'esplosione di un'autobomba il 29 luglio del 1983. Il capomafia corleonese descrive l'esplosione, alla quale assistette da lontano un commando di killer di Cosa nostra, che sbalzò in aria il magistrato facendolo poi ricadere a terra. "Per un paio d'anni mi sono divertito. Minchia che gli ho combinato", prosegue. E ancora "dobbiamo prendere un provvedimento per voialtri - dice Riina come se parlasse ai magistrati -, uno che vi fa ballare la samba così che vi fa salire nei palazzi e vi fa scendere come vuole, come se fossero formiche".

Ma Riina ne ha non solo per i pm del processo Stato-mafia, ma anche per il supelatitante Matteo Messina Denaro: "A me - afferma riferendosi al ricco business dell'eolico - dispiace dirlo questo... questo signor Messina questo latitante che fa questi pali.... queste... queste... eolici... i pali della luce... Se li potrebbe mettere nel.... No ma per dire che questo si sente di comandare, si sente di fare luce dovunque, da pali per prendere soldi ma non si interessa di... Suo padre era un bravo cristiano... Questo figlio lo ha dato a me per farne quello che dovevo farne, è stato per 4 o 5 anni con me, impara bene, minchia, tutto in una volta si è messo a fare luce, a fare luce, in tutti i posti".
 

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