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Strage Borsellino, indagati tre poliziotti: "Costruirono ad arte un falso pentito"

La Procura nissena ha notificato un avviso di chiusura delle indagini preliminari, atto che di solito precede il rinvio a giudizio, a un funzionario e due agenti: secondo gli inquirenti depistarono le indagini. La figura di Scarantino e i verbali "aggiustati"

Indagati un funzionario e due agenti di polizia: è stata chiusa l'indagine sui presunti depistaggi in merito alle indagini sulla strage di via D'Amelio. Quattro processi e quasi 26 anni dopo i magistrati di Caltanissetta scrivono un nuovo capitolo sull'attentato che costò la vita a Paolo Borsellino e alla sua scorta il 19 luglio 1992.

La Procura nissena ha notificato un avviso di chiusura delle indagini preliminari, atto che di solito precede il rinvio a giudizio, a tre poliziotti. Si tratta di Mario Bo, che è stato già indagato per gli stessi fatti e che ha poi ottenuto l'archiviazione, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei. Per tutti l'accusa è di calunnia in concorso.

Facevano parte del pool costituito dopo le stragi che avrebbe dovuto scoprire mandanti ed esecutori. Secondo gli inquirenti depistarono le indagini, costruendo ad arte un falso pentito, Vincenzo Scarantino, e aggiustando i suoi verbali per suggerire persone da incolpare. Nei confronti del funzionario di polizia Mario Bo il gip aveva già disposto l'archiviazione.

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