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Mafia, giudice va in pensione: da rifare processo a Riina per la strage del Rapido 904

Bomba in treno, 16 morti e 267 feriti: a causa dellʼimminente pensionamento del presidente della Corte sarà necessario risentire tutti i testimoni ascoltati in primo grado, oltre alle nuove testimonianze di sei boss. Il convoglio fu colpito da un'esplosione violentissima mentre attraversava gli Appennini

Servirà un nuovo processo d'appello a Firenze per la strage del rapido 904 che vede come unico imputato Totò Riina. Il processo è stato infatti rinviato a data da destinarsi per l'imminente pensionamento del presidente della corte Salvatore Giardina, previsto per i primi di ottobre. Sarà necessario risentire tutti i testimoni ascoltati in primo grado, oltre alle nuove testimonianze di sei boss che era stato deciso di interrogare in appello.

I fatti risalgono al 23 dicembre 1984: mentre il Rapido 904 diretto da Napoli a Milano percorre la galleria appenninica tra Firenze e Bologna, una bomba esplode a bordo causando la morte di 17 passeggeri e il ferimento di altri 267. L'attentato venne compiuto di domenica, nel fine settimana precedente le feste natalizie. Il treno era pieno di viaggiatori che ritornavano a casa o andavano in visita a parenti per le festività. Il convoglio intorno alle 19.08 fu colpito da un'esplosione violentissima mentre percorreva la Direttissima in direzione nord, a circa 8 chilometri all'interno del tunnel della Grande Galleria dell'Appennino (18 chilometri), in località Vernio, dove la ferrovia procede diritta e la velocità supera i 150 chilometri orari. L'esplosione causò 15 morti e 267 feriti. In seguito, i morti sarebbero saliti a 17 per le conseguenze dei traumi. La detonazione fu causata da una carica di esplosivo radiocomandata, posta su una griglia portabagagli del corridoio della nona carrozza di II classe, a centro convoglio: l'ordigno era stato collocato sul treno durante la sosta alla stazione di Firenze Santa Maria Novella.

Sulla strage venne predisposta una perizia chimico-balistica da parte della Procura della Repubblica di Bologna, per capire le dinamiche dell'esplosione e il materiale utilizzato. Emerse che un testimone aveva visto una persona sistemare due borsoni in quel punto presso la stazione di Firenze, per cui l'inchiesta fu trasmessa alla Procura della Repubblica di Firenze. Nel marzo 1985 vennero arrestati a Roma, per altri reati (tra cui traffico di stupefacenti), Guido Cercola e il pregiudicato Giuseppe Calò, noto mafioso palermitano più comunemente conosciuto come Pippo Calò. I due furono ritenuti poi colpevoli e condannati in via definitiva, insieme all’altro boss Franco Di Agostino e all’artificiere tedesco Friedrich Schaudinn.

Nel 2011 per la strage fu arrestato anche Totò Riina, già detenuto nel carcere di Parma, dopo le condanne ai vari ergastoli. Ma il processo si concluse con l’assoluzione per Riina. Adesso però è tutto da rifare. Secondo quanto spiegato dalla Corte, il rinvio a data da destinarsi è stato disposto in virtù delle recenti modifiche apportate all'articolo 603 del codice di procedura penale - riforma Orlando - che impongono al giudice, nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento, di disporre la riapertura completa dell'istruttoria.

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