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Mafia Carini

Carini, la mafia dietro la compravendita di un terreno: sequestro da 4 milioni

Alcuni documenti testimoniano l'esistenza di un affare immobiliare fra Salvatore Cataldo e gli eredi dei fratelli Vitale per un grosso appezzamento a Carini. Cataldo, già in carcere dal 2010, avrebbe fatto in modo di restare nell'ombra fino alla vendita delle villette

Un affare ghiotto per quella frangia della mafia interessata al business dell'edilizia. La polizia ha sequestrato un vasto terreno a Carini riconducibile a Salvatore Cataldo il cui solo valore della nuda proprietà ammonta a 4 milioni di euro. L'area, già lottizzata, era stato considerato terreno edificabile per la convenzione stipulata con il Comune e lì sarebbero dovute sorgere oltre una dozzina di villette. Dalle indagini sono saltati fuori alcuni documenti che avrebbero svelato l'esistenza di un grosso affare immobiliare già concluso tra Cataldo e Pietro "Peter" Vitale, morto per cause naturali nel 1997, che insieme al fratello maggiore Paolo era considerato un mafioso di primo piano nell'asse con Detroit.

Cataldo aveva acquisito il terreno sottoscrivendo un contratto preliminare di compravendita con successivo trasferimento di proprietà. Operazione portata a conclusione con il pagamento dell'intero prezzo di vendita, così come documentato dalle ricevute dei bonifici bancari effettuati. Ma i contratti non erano ancora stati registrati né tantomeno trascritti, così a fare risultare la proprietà, almeno sotto il punto di vista formale, ancora degli eredi del boss Vitale. Ma il meccanismo "diabolico" non è sfuggito agli investigatori, che hanno seguito lo sviluppo naturale della strategia adottata riuscendo a ricostruire i collegamenti tra gli eredi di Vitale (tutti residenti a Detroit), gli intermediari ed il reale proprietario del bene. Nelle intenzioni di Salvatore Cataldo c'era quella di restare nella penombra della compravendita sino agli atti di stipula dei contratti e la vendita delle residenze. Ma tutto il piano subì una brusca frenata nel 2010, quando Cataldo fu arrestato.

Il suo coinvolgimento nelle dinamiche della criminalità organizzata è infatti emerso chiaramente nel corso delle indagini, specie a seguito delle rivelazioni dei collaboratori di giustizia Francesco Briguglio e Gaspare Pulizzi, i quali hanno raccontato alcuni dettagli del rapporti che aveva intrattenuto con i fratelli Pipitone, esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Carini. Le versioni dei due pentiti avevano diversi punti in comune, anche relativamente all'occultamente del cadavere di Giovanni Bonanno, vittima della lupara bianca i cui resti furono ritrovati nel 2008 in una proprietà di Cataldo.

A questo si aggiunge il coinvolgimento di quest'ultimo nelle attività estorsive della famiglia di Carini e della sua partecipazione al feroce duplice omicidio Failla-Mazzamuto, avvenuto presso la sua abitazione in via dei Limoni su ordine di Salvatore e Sandro Lo Piccolo. L’attività investigativa, già nel 2012 aveva consentito di procedere nei confronti di Cataldo con il sequestro di un ingente patrimonio costituito da 27 immobili, tra cui due sontuose ville, aziende edilizie e commerciali, conti correnti ed oltre 17 mezzi tra auto camion e moto per un valore di oltre 13 milioni di euro.

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