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"E' ancora pericoloso": Salvo Riina non andrà a trovare il padre

Prorogata la libertà vigilata al terzogenito e figlio prediletto del Capo dei Capi che aveva fatto richiesta di lasciare Padova, la città in cui vive da anni, per raggiungere Parma. I due si erano visti nei mesi scorsi dopo 14 anni dal loro ultimo incontro

"E' ancora socialmente pericoloso". Con queste motivazioni, il tribunale di Sorveglianza di Padova lo scorso 29 marzo ha respinto l’appello di Riina junior che chiedeva la sospensione della proroga di quattro mesi della sorveglianza speciale. Il figlio del "capo dei capi" aveva fatto richiesta di lasciare Padova per raggiungere Corleone: domande respinte proprio perchè, nonostante la nuova vita di dipendente di una cooperativa padovana, il figlio del "boss", 40 anni, è ritenuto ancora pericoloso. In questi giorni, invece, nessuna possibilità di incontro con il padre Totò Riina, ormai piantonato a Parma in condizioni disperate. I due si erano visti nei mesi scorsi dopo 14 anni dal loro ultimo incontro. Riina junior resterà, dunque, a Padova ancora almeno fino ad ottobre.

Il figlio del Capo dei Capi era stato scarcerato 6 anni fa dopo essere stato condannato per mafia. Oggi vive a Padova, in regime di libertà vigilata, dove, da quando è stato scarcerato per associazione mafiosa, lavora in una cooperativa sociale che assiste famiglie indigenti, e gli è vietato di fare ritorno a Corleone. Secondo i giudici, infatti, il figlio del capomafia all'ergastolo non avrebbe cessato i propri rapporti con il clan. La Procura di Palermo non si fida e ci sono alcuni atteggiamenti che rafforzebbero la convinzione circa l'attuale pericolosità sociale di Salvo Riina, ritenuto ancora capace di esercitare una influenza.

Come quel post apparso sulla sua bacheca Facebook: "Alcuni miei grandi amici della Romania si sono trovati in questo ristorante e guarda guarda che fotografia c'era nella parete, assieme ad altri personaggi italiani famosi nel mondo... Grazie amici miei". Queste le parole di Salvo Riina, che compiaciuto, esprime la sua gioia dopo che avere visto una grande foto del padre appesa al muro del 'Restaurante Martini' di Tenerife, insieme a quella degli azzurri che esultano per la conquista della Coppa del Mondo e di Roberto Baggio. 

Nei mesi scorsi "Salvuccio", terzogenito e figlio prediletto del Capo dei Capi, era tornato a Corleone per Natale grazie ad un permesso concessogli dal tribunale di Sorveglianza di Padova. L'occasione, tuttavia, è stata anche quella di fare da padrino di battesimo alla nipotina, figlia della sorella, possibilità concessa a Riina junior da un parroco di Padova tramite un "certificato di idoneità". Una vicenda che alzò un nuovo polverone sulla chiesa di Padova, con il famoso sfogo del vescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, tra i prelati più impegnati sui temi della lotta alla mafia: "La scelta di consentire al figlio di Riina di fare il padrino di battesimo è censurabile e quanto meno inopportuna", disse. Ed è proprio dei giorni scorsi il caso della sorella Lucia che aveva chiesto il bonus bebè in relazione a un presunto stato di difficoltà economica della figlia del Capo dei capi: la commissione prefettizia di Corleone ha detto di no.

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