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Il boss Salvatore Profeta torna a Palermo, il questore vieta i funerali pubblici

La salma del capomafia della Guadagna morto nei giorni scorsi a Tolmezzo, in provincia di Udine, è arrivata al Falcone Borsellino e da qui è stata scortata fino al cimitero di Sant’Orsola. Tutto lo spostamento è avvenuto nel massimo riserbo

Il capomafia della Guadagna, Salvatore Profeta, è tornato a Palermo. La salma del boss morto nei giorni scorsi a Tolmezzo, in provincia di Udine, è arrivata ieri sera al Falcone Borsellino e da qui è stata scortata fino al cimitero di Sant’Orsola. Tutto lo spostamento è avvenuto nel massimo riserbo. Il questore ha vietato i funerali pubblici. Questa mattina la salma è stata tumulata con una cerimonia privata.

Salvatore Profeta, 73 anni, si è spento mercoledì. Da circa decina di giorni si trovava ricoverato - sotto stretta sorveglianaza - per alcuni problemi di salute non ancora ben precisati. Profeta dal novembre 2016 si trovava nel carcere di massima di sicurezza di Tolmezzo dopo che alcuni collaboratori di giustizia lo avevano indicato come "uomo d'onore" del clan e a capo di un’organizzazione malavitosa che comandava parte del territorio palermitano direttamente dal bar posizionato al centro del "suo" territorio. Il capomafia avrebbe dovuto finire di scontare una pena complessiva di 8 anni e 2 mesi.

Profeta era un capomafia vecchio stile, per metodi, riti e affiliazione dei picciotti con la "punciuta". A lui si rivolgevano i palermitani della periferia per recuperare le refurtive depredate, per le richieste di clemenza, per gli sconti al pizzo, per le inaugurazioni delle attività, o per chiedere prestiti di denaro. E nel 2011 gli erano bastati sei mesi dalla scarcerazione per riprendere in mano le redini della cosca e ricostituire una squadra pronta a tutto per denaro e potere. L’impero di Salvatore Profeta, rimesso in piedi dopo la revisione della sentenza che lo condannava all’ergastolo per la strage di via D’Amelio, è poi caduto nuovamente all’alba del novembre del 2015, quando gli uomini della squadra Mobile lo arrestarono ancora. E nella notte infatti - fra baci e pianti - il quartiere della "sua" Guadagna scese in piazza per salutarlo e onorarlo, rendendo difficili le operazioni della polizia. Perché Salvatore Profeta era un boss amato e venerato. Al punto che durante la processione, pure la Madonna veniva fatta fermare davanti alla sua casa per un inchino ossequioso. 

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