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Mafia

In calo gli affari di Cosa nostra, nel 2011 ricavati meno di 2 miliardi

In totale le associazioni criminali hanno generato ricavi per 25,7 miliardi, pari all'1,7% del Pil nazionale. Il primato va alla Camorra, seguita dalla 'Ndrangheta. I dati sono stati illustrati oggi a Palermo dal centro studi Transcrime

Nelle tasche dei mafiosi nel 2011 sarebbero entrati 25,7 miliardi di euro di proventi, pari all'1,7% del Pil. Di questi, 10,6 miliardi (0,7% del Pil) sarebbero andati direttamente alle organizzazioni criminali cui appartengono.

E' quanto si evince dai dati contenuti dal progetto finanziato dal PON Sicurezza e realizzato dal Centro Interuniversitario Transcrime dell'Università Cattolica dal titolo "Quali beni, quali mafie, per quale utilizzo?". Tra le organizzazioni criminali, ha spiegato il professor Ernesto Savona di Transcrime in Prefettura a Palermo a magistrati ed investigatori impegnati nel contrasto alla mafia, nel 2011 è stata la camorra quella con gli 'incassi' maggiori, ricavando 3,750 miliardi, seguita dalla ndrangheta con 3,491 miliardi; cosa nostra ha incassato 1.874 miliardi.

Sono le estorsioni, con il 44%, la principale fonte di finanziamento delle mafie in Italia che a loro volta investono prevalentemente in immobili (52,3%): case e terreni che i mafiosi acquistano nei territori che controllano a prescindere dall'effettivo valore commerciale. Le cosche comprano anche auto e barche, ma investono solo per il circa 9% in aziende, che operano prevalentemente nel Sud Italia ma anche nelle province di Milano, Brescia, Lecco e Como. E i mafiosi, viene fatto rilevare, non sono grandi imprenditori. preferiscono le Srl con una bassa profittabilità. Sempre secondo lo studio di Transcrime, sono quelli delle costruzioni, dell'estrazione e della ristorazione i settori maggiormente infiltrati.

"Il profitto economico - ha detto il direttore di Transcrime Ernesto Savona - non è la motivazione principale dell'investimento delle mafie in immobili. In parte è legato allo status sociale che ne deriva ma soprattutto perchè appartengono al territorio dove il criminale esercita le sue attività rafforzando così il suo controllo in quella regione".

Quelli sui proventi delle mafie sono "dati importanti e su cui bisogna riflettere"; lo afferma il viceministro dell'Interno Filippo Bubbico. "Abbiamo un impianto legislativo - spiega il rappresentante del governo - che consente all'Italia di realizzare importanti risultati nel contrasto alla criminalità organizzata. Ma le mafie si evolvono: per questo dobbiamo dare risposte adeguate, che ci vengono consentite dalla conoscenza offerta da rapporti come questo. Dobbiamo far sì che con la confisca dei beni ai mafiosi si ponga fine a effetti devastanti non solo per le libertà individuali ma anche per lo sviluppo del Paese”. (Ansa)

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