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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia

Processo Apocalisse, arriva il bollo della Cassazione: oltre 50 condanne definitive

Le indagini coordinate dalla Dda tracciarono la nuova mappa del potere: alla sbarra nomi di spicco delle cosche palermitane. Quindici anni e 6 mesi al boss dell'Acquasanta Vito Galatolo, 13 anni e 8 mesi all'autista di Riina, Girolamo Biondino

Regge in Cassazione - con qualche annullamento per la rideterminazione della pena - il processo Apocalisse, l’atto di accusa che ha decapitato le cosche di Palermo colpendo i mandamenti di Tommaso Natale-San Lorenzo e Resuttana. La Suprema Corte ha sostanzialmente confermato le condanne a circa 4 secoli di carcere complessivi inflitte in Appello. Cinquanta i condannati tra boss, estorsori e gregari mafiosi. In appello erano stati 53 i condannati e 26 gli assolti. Ora è arrivata la Cassazione a rendere definitive le condanne.

Le indagini di carabinieri, poliziotti e finanzieri - coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo - tracciarono la nuova mappa del potere. Alla sbarra nomi di spicco delle cosche come il boss dell’Acquasanta Vito Galatolo, che ha avuto 15 anni e 6 mesi, e il fratello dell’autista di Totò Riina, Girolamo Biondino, condannato a 13 anni e 8 mesi.

Operazione "Apocalisse", gli arresti della polizia

Ecco l'elenco completo degli imputati e le pene definitive: Epifano Aiello (8 anni e 8 mesi), Domenico Baglione (9 anni e 4 mesi), Giuseppe Battaglia (8 anni), Giovanni Beone (11 anni, 6 mesi e 10 giorni), Girolamo Biondino (13 anni e 8 mesi), Giuseppe Bonura (8 anni e 8 mesi), Giovanni Cacciatore (8 anni e 8 mesi), Francesco Caporrimo (8 anni), Giulio Caporrimo (assolto), Marco Carollo (4 anni e 8 mesi), Antonino Ciaramitaro (6 anni), Gaetano Ciaramitaro (9 anni e 4 mesi), Davide Contino (un anno e 6 mesi), Tommaso Contino (16 anni, 10 mesi e 20 giorni), Francesco D'Alessandro (10 anni e 20 giorni), Salvatore D'Alessandro (8 anni e 10 mesi), Guido D'Angelo (9 anni e 10 mesi), Giuseppe Fabio Davì (8 anni e 4 mesi), Antonio Di Maggio (10 anni e 6 mesi), Nicolò Di Maio (14 anni e 2 mesi), Sandro Diele (14 anni e 8 mesi), Erasmo Enea (8 anni), Gioacchino Favaloro (10 anni e 4 mesi), Lorenzo Flauto (11 anni, 6 mesi e 20 giorni), Giuseppe Fricano (13 anni e 2 mesi), Vito Galatolo (15 anni e 6 mesi), Angelo Gallina (8 anni e otto mesi), Melchiorre Gennaro (1 anno e 4 mesi), Tommaso Bartolo Genovese (8 anni).

Francesco Graziano (un anno), Roberto Graziano (9 anni e 4 mesi), Camillo Graziano (9 anni e 4 mesi), Vincenzo Graziano (annullata con rinvio la condanna a 10 anni perché bisogna rivalutare il suo ruolo apicale nell'organizzazione), Silvio Guerrera (aveva avuto 6 anni e 6 mesi, ma si dovrà celebrare un nuovo processo per ristabilire l'entità della pena), Gioacchino Intravaia (8 anni), Paolo Lo Iacono (11 anni, 6 mesi e 20 giorni), Giuseppe Lombardo (1 anno e 8 mesi), Vincenzo Lucà (8 anni), Pietro Magrì (8 anni), Serafino Maranzano (2 anni e 4 mesi), Filippo Matassa (10 anni), Salvatore Mendola (8 anni e 8 mesi), Francesco Militano (8 anni e 8 mesi), Domenico Palazzotto (16 anni e 10 mesi), Gregorio Palazzotto (20 anni), Michele Pillitteri (9 anni e 8 mesi), Emilio Pizzurro (11 anni), Marcello Puccio (10 anni), Ignazio Romano (10 anni), Roberto Sardisco (9 anni e 10 mesi), Antonino Siragusa (8 anni e 8 mesi), Luigi Siragusa (10 anni e 4 mesi), Antonino Tarallo (9 anni e 4 mesi), Onofrio Terracchio (15 anni e 10 mesi), Aurelio Valguarnera (1 anni e 4 mesi), Calogero Ventimiglia (12 anni e 10 mesi), Giovanni Vitale (confermati i 4 anni e 10 mesi, ma si dovrà rivalutare l'entità della libertà vigilata da scontare dopo il fine pena).

Confermati i risarcimenti per le parti civili. Si tratta di imprenditori e commercianti vittime del pizzo, ministero dell'interno, Comune di Palermo, Confindustria Palermo, Confesercenti Palermo, Confcommercio, Associazione antiracket e antisura, Solidaria, Sos Impresa, Addiopizzo. "Un processo che fotografa un periodo storico di grande valore per la città di Palermo - afferma l'avvocato Ugo Forello - 58 le estorsioni accertate, 38 gli imprenditori che hanno collaborato e si sono costituiti parte civile, di questi 22 sono state seguite da Addiopizzo e Fai. L'impianto accusatorio ha quasi integralmente retto ai tre gradi di giudizio".
 

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