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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia

Pm trattativa: "Per Totò Riina Berlusconi era inaffidabile e Dell'Utri una persona seria"

Così Francesco Del Bene, che in aula con i pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi, ha proseguito la requisitoria nel processo sulla trattativa Stato-mafia, in corso davanti alla Corte d'assise di Palermo all'Ucciardone

"Dell'Utri era un autorevole interlocutore del dialogo con Cosa nostra". A parlare è il pm Francesco Del Bene, che in aula con i pm Nino Di Matteo, Roberto Tartaglia e Vittorio Teresi, ha proseguito questa mattina la requisitoria nel processo sulla trattativa Stato-mafia, in corso davanti alla Corte d'assise di Palermo all'Ucciardone.

Per il magistrato gli agganci potenti con gli esponenti politici li avevano i fratelli Graviano, Giuseppe e Filippo. I boss di Brancaccio dialogavano con Marcello Dell'Utri. "Bagarella ha saputo fin dal 1993 della discesa in campo di Silvio Berlusconi. I Graviano mantenevano il contatto e i rapporti con la politica e con Dell'Utri per cui il boss corleonese, alla fine, fornisce sostegno al nascente movimento politico di Forza Italia in cui, di fatto, confluisce il movimento politico Sicilia Libera".

"A fine 1993 - ha detto Del bene - Marcello Dell'Utri si sarebbe reso disponibile a veicolare il messaggio intimidatorio per conto di Cosa nostra, ovvero stop alle bombe in cambio di norme per l'attenuazione del regime carcerario. Ciò è avvenuto quando un nuovo governo si era appena formato, nel marzo del 1994, con la nomina di Silvio Berlusconi alla carica di presidente del Consiglio". Il pm ha ricordato - citando le motivazioni della sentenza della corte di cassazione - che "fin dagli anni Settanta Marcello Dell'Utri intratteneva un rapporto paritario con esponenti di Cosa nostra". Inoltre, il pm ritiene che "la presenza di Vittorio Mangano ad Arcore, mafioso del mandamento di Porta Nuova, per il tramite di Dell'Utri, rappresenta la convergenza di interessi tra Berlusconi e Cosa nostra".

Citando poi le parole intercettate in carcere dell'ex boss Totò Riina, registrato mentre parlava con il codetenuto Alberto Lorusso, il pm Del Bene ha aggiunto: "Riina considerava Marcello Dell'Utri una persona seria che ha mantenuto la parola data. Mentre non ha una buona considerazione di Silvio Berlusconi, che reputa non affidabile". "Oppure - ha aggiunto provocatoriamente - Riina è il capo di cosa nostra per tenerlo ai 41 bis e poi è rincoglionito quando parla di tutto il resto?". 

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