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Mafia Noce

Dice no al pizzo, pestato a martellate: 17 anni al boss della Noce

Condannato Giuseppe Castelluccio. Sedici anni per tentato omicidio anche a Massimiliano Di Majo. Entrambi avrebbero punito fisicamente e con grande violenza un nuovo negoziante del quartiere, colpevoli di non aver pagato le "dovute" autorizzazioni

Il più classico dei tentativi di riscuotere il pizzo, al cui rifiuto sono seguite botte da orbi con mazzuolo, calci e pugni. Oggi il gup di Palermo ha condannato per tentato omicidio ed estorsione aggravata a 16 e 17 anni di carcere ciascuno Massimiliano Di Majo e Giuseppe Castelluccio. Avrebbero punito fisicamente e con grande violenza un nuovo negoziante, colpevole di non aver pagato le "dovute" autorizzazioni ed il pizzo a chi controlla il quartiere

La vittima, Antonio Vizzi, un commerciante della Noce, riuscì miracolosamente a salvarsi nonostante fosse stato colpito con 13 colpi di mazzuolo in testa. Il commerciante fu pestato a sangue ed in pubblica piazza lo scorso 2 novembre perché si era rifiutato di chiedere l'autorizzazione e di pagare la tassa del racket. Anzi, dopo aver trovato la mediazione di un conoscente che gli era riuscito a fare scontare la somma da versare e dopo aver detto nuovamente "no", l'uomo fu aggredito a calci e pugni (GUARDA IL VIDEO DELL'AGGRESSIONE). "Sei uno sbirro", gli avrebbe detto un ragazzo di 18 e da lì si sarebbe scatenata la furia degli uomini.

E' di tremila euro l'importo che il commerciante avrebbe dovuto versare per potere lavorare tranquillamente, senza che nessuno gli mettesse i bastoni fra le ruote. A finire sotto la raffica di pugni anche il fidanzato della figlia del commerciante, che si scagliò contro gli aggressori per difenderlo. Per lui una grave ferita all'occhio ed una frattura al cranio. Il negoziante coraggioso, invece, riportò alcune ferite all'occhio ed alla testa, oltre alla frattura del setto nasale.

Castelluccio ritenuto capo della cosca mafiosa della Noce, si presentò nel negozio dove trovò il titolare più fermo che mai nelle proprie convinzioni. Infatti, dopo il rifiuto e le minacce di denuncia, il boss contestò al commerciante l'andazzo della conversazione. E dopo essere uscito dal negozio, meditando vendetta, ordinò il pestaggio del negoziante della Noce pochi giorni dopo.

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