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Sabato, 20 Aprile 2024
Mafia

Mafia, in manette il boss di Santa Maria di Gesù: fu scagionato per la strage Borsellino

L'operazione, che è stata denominata "Stirpe", è stata condotta dalla squadra mobile. Salvatore Profeta era stato arrestato per la strage di via D'Amelio ed è uscito dal carcere nel 2011. Arrestate, con lui, altre 5 persone

Nuovo colpo a Cosa nostra. Gli agenti della polizia hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. In manette quelli che sono ritenuti "principali esponenti di uno dei mandamenti più importanti e storici di Cosa nostra palermitana", Santa Maria di Gesù. (GUARDA IL VIDEO)

Gli uomini della squadra mobile, guidata da Rodolfo Ruperti, hanno arrestato Salvatore Profeta, che viene considerato il boss a capo del mandamento. Profeta, indicato da alcuni collaboratori di giustizia come “uomo d’onore” della famiglia di Santa Maria di Gesù sin dai tempi di Stefano Bontate, era stata arrestato per la strage di via d’Amelio e scarcerato a ottobre del 2011 dopo la revisione del processo.

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Mafia, colpo al mandamento di Santa Maria di Gesù

"Non appena è stato rimesso in libertà - spiegano gli inquirenti - Profeta ha ripreso il comando. La sua posizione è stata riconosciuta incondizionatamente sin da subito anche da altri esponenti mafiosi di spicco che in diverse occasioni si sono sottoposti al 'rito del bacio in fronte' dispensato dal capo famiglia". Qualche tempo dopo la sua scarcerazione persino la processione della Madonna aveva fatto una deviazione per un "saluto" fin sotto casa sua, alla Guadagna.

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Sono scattate le manette anche per alcuni stretti congiunti del boss che, secondo l'accusa "non appena quest’ultimo è tornato in libertà, si sono messi a disposizione nella gestione degli affari della consorteria mafiosa". In carcere Rosario e Antonino Profeta, nipote e figlio del boss, rispettivamente "impegnati nella gestione delle attività imprenditoriali e nelle estorsioni della consorteria mafiosa". Oltre ai familiari, i provvedimenti cautelari sono stati eseguiti anche nei confronti di Francesco Pedalino, Giuseppe Galati e Antonino Palumbo "impegnati, per conto della famiglia, nel controllo della zona di via Oreto".

Gli indagati devono rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione e rapina. L'operazione è stata denominata "Stirpe" e ha portato alla luce anche arcaici rituali di affiliazione a cosa nostra.


 


 

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