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Franzetti: "Ho chiesto voti alla mafia? Ma se li ho fatti arrestare io..."

L'imprenditore antiracket, finito nei guai nell'ambito dell'operazione Apocalisse, avrebbe sborsato 13.200 euro per un pacchetto di 1.500 voti, ottenendone però poco più di 350. A PalermoToday racconta come sono andate realmente le cose

Prima lo sfogo su Facebook: "Mi vogliono fottere, andare contro lo Stato e la mafia porta qualche problema. Pure Falcone ebbe delle infamità". Poi al telefono: "Mi viene da ridere". Così Pietro Franzetti, 37 anni, rovescia tutto il suo disappunto. Sono le pieghe dello scandalo "Apocalisse" che all'alba di oggi è sfociato in 91 arresti. Intervistato in esclusiva per PalermoToday, Franzetti racconta il suo incubo. Prigioniero di un paradosso. Proprio lui, l'imprenditore antiracket che appena 10 giorni fa aveva partecipato a un flash-mob davanti a Montecitorio per reclamare lo stop ai vitalizi agli ex politici condannati per mafia.

L'accusa è pesante: nel 2012 Pietro Franzetti avrebbe contrattato con uomini della mafia l'acquisto di un pacchetto di voti. Soldi che non gli servirono però per essere eletto consigliere comunale nella lista dell'Udc (zero voti a San Lorenzo, "una vera fregatura" per il procuratore Vittorio Teresi). Per l'esattezza: 13.200 euro per un pacchetto di 1.500 voti. Voti ottenuti: poco più di 350. Per questo Franzetti avrebbe espresso la sua contrarietà parlando con i suoi interlocutori in alcune telefonate intercettate nell'ambito dell'inchiesta Apocalisse sulle cosche di San Lorenzo. Per Franzetti la Dda aveva chiesto l'arresto ma il gip Luigi Petrucci ha concesso il divieto di dimora. "E' assurdo. Non solo sono totalmente estraneo dai fatti, ma proprio io, insieme alla mia famiglia, ho fatto arrestare gran parte della gente che oggi è finita in manette".

Franzetti, che si qualificava come imprenditore antiracket, aveva scelto nella sua attività politica una linea di rigore contro la corruzione apprezzata nel suo profilo Facebook da alcuni amici. "Vi racconto come sono andate le cose. Io vivo a Roma, e due anni fa decido di tornare a Palermo, dalla quale ero andato via dopo aver finito la scuola. Mi candido per le comunali del 2012, per entrare in Consiglio. Così ho organizzato una rimpatriata coi vecchi compagni di scuola e ho chiesto: 'Mi aiutate?'. Uno di loro mi presenta suo cugino. Si chiama Francesco Graziano. Non so chi sia, non conosco il suo passato. Lo chiamo, ci vediamo, parliamo. Mi dice: 'Io ti porto i voti della mia famiglia'. Lui forse apparteneva a quel giro ed è uscito tutto sto casino. Da parte mia non prometto niente. Ho solo pagato alcuni ragazzi per le affissioni. Forse erano amici suoi, non lo so... Ma da qua a parlare di favori e voti di scambio ne passa.  Ma poi chi ha 13 mila euro? Io non ho niente, ho le pezze al c... Ho pure chiesto un piccolo finanziamento per la casa. Andate a fare gli accertamenti sui miei conti e vedete la mia disponibilità. Rischio il pignoramento a casa per il mutuo...".

E tra gli arrestati in effetti figura Camillo Graziano. Ha 42 anni, è finito in carcere. E' uno dei 5 Graziano che sono stati arrestati oggi. "Ma io avevo rapporti solo con un altro Camillo, mio compagno di scuola, classe '77, che adesso sta a Pescara e fa l'avvocato". Franzetti racconta le sue ore da incubo: "Ho parlato con la guardia di finanza stamattina, ci sono dei documenti, sono pronto a far vedere le mie denunce, le mie carte. Presto parlerò con gli avvocati". Per Franzetti è scattato il divieto di dimora nel Comune di Palermo. "Ma chi ci vuole tornare a Palermo? Io sto a Roma. So solo che gli arresti di oggi sono merito mio. Siamo stati noi a denunciare. Ho sempre denunciato tutti. E poi se fossi stato veramente appoggiato dai mafiosi avrei preso molti più voti, no?".

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