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Ucciso e sciolto nell'acido dalla mafia, 17 anni dopo gli assassini hanno un nome: 4 arresti

Giampiero Tocco fu sequestrato da un commando di uomini travestiti da poliziotti nel 2000 davanti alla figlia. Fu la bambina a fornire le prime informazioni sull'assassinio con un disegno. La svolta grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonino Pipitone

Diciasette anni Giampiero Tocco fu ucciso con il metodo della lupara bianca. Oggi i carabinieri del Nucleo Investigativo, grazie anche alle recenti dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Antonino Pipitone, hanno arrestato quattro persone ritenute responsabili dell'omicidio di mafia: Ferdinando Gallina, Giovan Battista e Vincenzo Pipitone e Salvatore Gregoli.

Tocco fu sequestrato da un commando di uomini travestiti da poliziotti che avevano inscenato un posto di controllo a Terrasini il 26 ottobre del 2000. A bordo del fuoristrada quando lo fermarono c’era anche la figlia di sei anni. Fu proprio la bambina a chiamare la madre e fornire poi indicazioni sull'accaduto attraverso un disegno che mostravano un uomo con la paletta con accanto la scritta polizia. I fatti, inoltre, vennero registrati dalle microspie che i carabinieri avevano installato nel fuoristrada poiché sospettavano che Tocco fosse coinvolto nell’uccisione di Giuseppe Di Maggio detto "Peppone", figlio del noto Procopio, già reggente della famiglia mafiosa di Cinisi e storico alleato di Totò Riina.

Il disegno della figlia di Tocco incastra i killer | Video

Le dichiarazioni di Antonino Pipitone, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini, e quelle dei pentiti Gaspare Pulizzi e Francesco Briguglio, hanno poi portato alla svolta odierna. I riscontri eseguiti dai militari dell’Arma hanno infatti consentito di ricostruire il delitto (per il quale erano già stati condannati in via definitiva Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Damiano Mazzola e i due collaboratori di giustizia che con le loro testimonianze hanno permesso gli arresti di oggi) e determinare i ruoli ricoperti dagli attuali destinatari del provvedimento restrittivo.

L'OMICIDIO - Furono Antonino Pipitone e Salvatore Gregoli ad inscenare il finto posto di blocco della polizia, indossando delle apposite pettorine e utilizzando un’auto con lampeggiante per fermare il fuoristrada, sequestrare Tocco e condurlo in un’abitazione a Torretta. Ferdinando Gallina, Gaspare Pulizzi, Damiano Mazzola, Salvatore e Sandro Lo Piccolo fungevano da “staffetta”. Giovan Battista e Vincenzo Pipitone, insieme a Salvatore e Sandro Lo Piccolo uccissero la vittima strangolandola. 

Ferdinando Gallina, detto Freddy, e Gaspare Pulizzi effettuarono i sopralluoghi lungo l’itinerario percorso nei giorni precedenti da Tocco. Gallina e Pulizzi caricarono il cadavere all’interno di un’auto e lo trasportarono in contrada Dominici di Torretta, dove venne sciolto nell’acido alla presenza di Angelo Conigliaro (deceduto), Vincenzo, Antonino e Giovan Battista Pipitone. Le dichiarazioni di Antonino Pipitone fanno luce anche sul movente confermando che il delitto è da ricollegare alla scomparsa del figlio di Procopio Di Maggio, “Peppone”. I Lo Piccolo decisero di reagire così a quell’episodio, evidentemente considerato una sorta di attacco al loro dominio criminale.

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