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Martedì, 23 Aprile 2024
Mafia

Strangolato con una cintura e sciolto nell'acido: omicidio Cottone, 3 arresti dopo 12 anni

Decisiva la confessione: "…Nuatri fuammu ad affucallu". I carabinieri sono riusciti a far luce su un omicidio di mafia avvenuto nel novembre del 2002 a Ficarazzi. In manette sono finiti Ignazio Fontana, Onofrio Morreale e Michele Rubino

Andrea Cottone era stato inghiottito dalla lupara bianca, una mattina di metà novembre. Una morte archiviata dalla mafia. Ma non dalla giustizia, che quasi 12 anni dopo ha fatto venire a galla uno degli omicidi più efferati degli anni Duemila. I carabinieri del Nucleo Investigativo sono riusciti a far luce su un omicidio di mafia avvenuto nel novembre del 2002 a Ficarazzi. In manette sono finite tre persone, Ignazio Fontana, Onofrio Morreale e Michele Rubino (foto in basso). L'indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia, ha consentito di chiarire le circostanze in cui sparì, con il metodo della "lupara bianca", Andrea Cottone, ritenuto capodecina della famiglia mafiosa di Villabate.

Il 13 novembre 2002, alle 12,30, Cottone venne accompagnato, a bordo della propria auto, al ristorante-minigolf di Ficarazzi, apparentemente per discutere con Onofrio Morreale in merito a dei furti verificatisi in quel Comune, alcuni dei quali compiuti ai danni dello stesso Cottone. Ad attendere il Cottone al minigolf c'erano, tra gli altri, Onofrio Morreale, Ezio Fontana e Michele Rubino. In quell'occasione il commando avrebbe dovuto eliminare anche la persona che aveva accompagnato la vittima all'appuntamento, che però si salvò solo perché uno dei killer si era accorto della presenza di un testimone.

Secondo quanto accertato, Cottone venne strangolato con una cintura e il suo corpo venne "sciolto" in un deposito di marmi di Bagheria; nel pomeriggio dello stesso giorno, vennero gettati nel mare di Aspra anche alcuni oggetti appartenuti alla vittima. Il commando, prima di uccidere il Cottone, avrebbe dovuto interrogarlo per sapere se i Montalto avessero intenzioni ostili nei confronti del gruppo contrapposto capeggiato da Nicola Mandalà. A distanza di qualche anno dall'omicidio, lo stesso Onofrio Morreale confidò a un altro uomo: "…nuatri fuammu ad affucallu"

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