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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia

Morto il boss Salvatore Profeta, per lui alla Guadagna si fermava perfino la Madonna

Si trovava nel carcere di massima sicurezza a Tolmezzo, in provincia di Udine. Doveva finire di scontare una pena di 8 anni e due mesi. Da circa 10 giorni era ricoverato in ospedale. Quando fu arrestato nel 2015 la folla scese in strada per rendergli omaggio

Poco dopo le 23 di ieri notte, a causa di un infarto improvviso, è morto all'ospedale di Tolmezzo in provincia di Udine il capomafia Salvatore Profeta, 73 anni. Il padrino della Guadagna da una decina di giorni si trovava ricoverato - sotto stretta sorveglianaza - per alcuni problemi di salute non ancora ben precisati. Profeta dal novembre 2016 si trovava nel carcere di massima di sicurezza di Tolmezzo dopo che alcuni collaboratori di giustizia lo avevano indicato come "uomo d'onore" del clan e a capo di un’organizzazione malavitosa che comandava parte del territorio palermitano direttamente dal bar posizionato al centro del "suo" territorio. Il capomafia avrebbe dovuto finire di scontare una pena complessiva di 8 anni e 2 mesi.

Il Profeta della Guadagna

Gli sono bastati sei mesi dalla scarcerazione per riprendere in mano le redini della cosca e ricostituire una squadra possente, pronta a tutto per denaro e potere. L’impero di Salvatore Profeta, rimesso in piedi nel 2011 dopo la revisione della sentenza che lo condannava all’ergastolo per la strage di via D’Amelio, è caduto nuovamente all’alba del novembre del 2015, quando gli uomini della squadra Mobile hanno arrestato il boss della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù e gli altri esponenti di spicco, tra i quali Rosario e Antonino Profeta, rispettivamente nipote e figlio del “padrino” della Guadagna. Erano loro, secondo quanto ricostruito dagli investigatori a gestire le attività della cosca, tra estorsioni, droga e attività intestate a prestanomi per fornire liquidità ai business malavitosi. “Ciò che abbiamo registrato - spiegò l'allora questore di Palermo Guido Longo - è stata la fibrillazione nel mandamento dopo il ritorno in auge di Profeta. Scene e dinamiche che ci hanno fatto piombare tra la mafia di 20 anni fa”.

Nella notte infatti - fra baci e pianti - il quartiere intero scese in piazza per salutarlo e onorarlo, rendendo difficili le operazioni della polizia. Salvatore Profeta era un boss amato e venerato. Durante la processione, pure la Madonna veniva fatta fermare davanti alla sua casa per un inchino ossequioso. 

Profeta era un capomafia vecchio stile, per metodi, riti e affiliazione dei picciotti con la "punciuta". A lui si rivolgevano i palermitani della periferia per recuperare le refurtive depredate, per le richieste di clemenza, per gli sconti al pizzo, per le inaugurazioni delle attività, o per chiedere prestiti di denaro. “Non solo era un boss riconosciuto, ma si atteggiava anche come tale", aveva dichiarato il procuratore aggiunto di Palermo, Leonardo Agueci, al momento del suo secondo arresto, dopo che nel 2011 fu scagionato dall’ergastolo e dal 41 bis in cui si trovava per la strage Borsellino a causa delle false accuse del finto pentito Vincenzo Scarantino.


 

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