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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia

''Costruiamo il Lidl e ci sarà l'inferno'': Bacchi, il re delle scommesse che voleva conquistare Palermo

E' lui l'uomo su cui ruota la maxi operazione "Game over" messa a segno dalla polizia (31 arresti). Coinvolti boss di Cosa nostra e professionisti. Tra gli affari per ripulire il denaro e farlo rientrare legalmente anche l'acquisto della villa dell'ex calciatore del Palermo, Giovanni Tedesco

"Questo si prese tutta Palermo, metteva tutto quello che voleva a Resuttana, alla Noce, a Pagliarelli, a Palermo Centro". Si chiama Benedetto Bacchi l'uomo su cui ruota la maxi operazione "Game over", coordinata dal procuratore capo Francesco Lo Voi e dall'aggiunto Salvo De Luca, messa a segno oggi dalla polizia con i 31 arresti disposti dal gip su richiesta della Dda. L'ex boss Vito Galatolo lo descrive come colui "che si era preso Palermo". Bacchi, imprenditore di Partinico, non si era limitato solo al capoluogo. Sembrerebbe che vantasse circa 700 agenzie di scommesse in tutta Italia - con mire espansionistiche rivolte perfino alla Costa d'Avorio - con profitti netti quantificati nell'ordine del milione di euro mensili, grazie alla sua capacità di stringere accordi particolarmente vantaggiosi con Cosa nostra.

Operazione Game over, notte di perquisizioni | VIDEO

Mafia e scommesse a braccetto, con Bacchi che si era inventato una specie di "rapporto societario" con alcuni dei più "importanti" boss palermitani, tra cui Francesco Nania, socio dell'imprenditore e anello di collegamento con le cosche mafiose palermitane, Girolamo Biondino (non indagato in questo procedimento), reggente di San Lorenzo e tra gli altri anche Alessandro D'Ambrogio (non indagato) di Porta Nuova. Cosa nostra aveva (ed ha) capito che ci sono business, più remunerativi dello spaccio e delle estorsioni, che garantiscono introiti con il minimo rischio. "Ma non si sono fatti mancare nulla - ha dichiarato il procuratore Lo Voi - e infatti nel corso delle intercettazioni è venuto fuori un traffico di stupefacenti curato dalla famiglia di Partinico. Ma non era l'unico modo per riciclare i soldi: da una parte c'era Bacchi che cerca nuove forme di investimento come l'acquisto di terreni o di immobili e prospetta di lanciarsi nel mondo delle energie rinnovabili, dall'altra c'era Nania che aveva iniziato ad esportare pomodoro a New York". "Questo mi***** di pomodoro - si sente in un'intercettazione tra lui e Michele De Vivo - deve arrivare pure nei cog***** deò presidente Obama".

"Dovete riempire New York di sto pomodoro": le intercettazioni | VIDEO

conferenza operazione game over 4-2

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Per "ripulire" il denaro e farlo rientrare "legalmente" Bacchi aveva investito circa 750 mila euro nell'azienda edile Cev srl di Devis Zangara (agli arresti domiciliari per riciclaggio), società impegnata nella costruzione di importanti edifici in area palermitana tra cui i supermercati Lidl di Partinico e di viale Regione siciliana a Palermo (costruzione effettuata in società con la Si.Co.Sedi Alfredo Cannone, finito agli arresti domiciliari per riciclaggio). In un'intercettazione Bacchi viene pizzicato mentre dice: “Ora dobbiamo fare il Lidl e ci sarà l’inferno”. Il suo interlucutore al telefono risponde: “Per conto dell’azienda?”. “Lidl gli dà in appalto la realizzazione”, risponde Bacchi. "Ah, la gestite voialtri, sempre per conto di Lidl", dice ancora il suo interlocutore. Va precisato che l’azienda fosse all’oscuro e non risulta coinvolta in questa operazione.

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Tra gli affari anche l'acquisto della villa dell'ex calciatore del Palermo, Giovanni Tedesco, per 500 mila euro subito rimessa in vendita a 1.300.000 euro. Bacchi aveva manifestato anche interessi "editoriali", perfino con l'acquisto del Giornale di Sicilia, idea rapidamente accantonata, e della testata online LiveSicilia. Anche in questo caso sono stati registrati solo alcuni contatti, ma chi aveva curato questo principio di trattativa per conto dell'azienda editoriale non risulta in alcun modo interessato dalle indagini. Il problema dell'organizzazione criminale stava diventando quello di trovare nuove forme d'investimento, altri spiragli per riciclare il denaro e "allargarsi". Risale a diversi anni fa l'intercettazione fra Nino Rotolo e Antonino Cinà che lascia intravedere una certa lungimiranza. "Nino - ricostruisce l'aggiunto De Luca - vedi che la gente sta digiuna e va a giocare". E infatti gli inquirenti parlano di un giro di denaro colossale di cui il Fisco era ignaro: l'ordinanza cautelare, infatti, è stata inviata ad Aams e Agenzia delle Entrare per ulteriori accertamenti. "Bacchi - aggiunge De Luca - fino al 2012 dichiarava redditi risibili che sono andati crescendo fino a un massimo, ufficialmente, di 150 mila euro lordi l'anno. Lo stipendio medio di un dirigente".

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Le investigazioni sono partite dall'analisi di numerosi dialoghi intercettati nell'ambito delle attività investigative condotte sul mandamento mafioso di San Lorenzo, dai quali si evinceva chiaramente come Cosa nostra avesse riposto particolare interesse nel settore dei giochi, con particolare riferimento alle agenzie di scommesse e alle slot machine. Per il periodo compreso tra febbraio e giugno del 2013, infatti, Gerardo Orvieto Guagliardo, operatore del comparto dalle spiccate capacità imprenditoriali e il socio Lo Bianco (arrestato oggi), forti dell'appoggio di una fazione della famiglia mafiosa di Partinico (Salvatore Coppola) vicina al reggente del mandamento di "Resuttana" (Giuseppe Fricano), erano riusciti ad imporre il proprio circuito ("Leaderbet") sul territorio ricadente nella "giurisdizione" del mandamento a discapito di Bacchi e del socio Lo Baido (titolari del marchio "B2875") che, invece, avevano monopolizzato l'area di San Lorenzo beneficiando dei buoni rapporti con la famiglia Biondino. Successivamente, l'ascesa di Francesco Nania, scarcerato nell'ottobre 2013, e Antonino Pizzo (arrestato oggi), considerati vertici della cosca di Partinico e molto vicini a Giuseppe Fricano di Resuttana, spostarono decisamente gli equilibri in favore di Bacchi.

conferenza operazione game over 3-2

L'uscita degli arrestati dalla Questura | Video

Il re delle scommesse è riuscito a creare un modello aziendale, tanto efficiente quanto illegale, grazie anche all'importante contributo di diverse figure professionali come consulenti tecnici, commercialisti ed esperti di legislazione comunitaria. Gran parte della disponibilità economica di Bacchi era dissimulata mediante una rete di società, anche di diritto maltese, strutturate in modo da occultarne la reale proprietà e create grazie alla complicità di vari professionisti (Rappa, Grigoli, Cusumano, tutti arrestati per riciclaggio). Bacchi era riuscito a creare una rete commerciale basata su differenti livelli di responsabilità e, conseguentemente, proporzionali percentuali di distribuzione degli utili. "C'è un passaggio delle intercettazioni da cui si evince l'interesse di Bacchi di acquistare un immobile in via del Bersagliere. Per spostare il denaro ed evitare collegamenti diretti tra la moglie e lo zio - spiega il capo della Squadra Mobile di Palermo Rodolfo Ruperti - ha utilizzato due società, una con sede in Italia e un'altra con sede a Malta, e il supporto fornito da un commercialista e da un bancario. Così riescono a fare passare mezzo milione di euro come se fosse un pacco di noccioline".

Un meccanismo che generava soldi in aperta violazione della normativa di settore che prevede l'obbligo, per l'esercizio dell'attività di raccolta delle scommesse online, di munirsi di concessione da parte dell'Agenzia dei Monopoli e delle Dogane e della licenza rilasciata del questore. Decisivo l'intervento dell'organizzazione mafiosa che imponeva alle agenzie operanti nei territori di rispettiva influenza di giocare sul sito di proprietà di Bacchi. E l'imprenditore, a fronte di tale "sponsorizzazione", versava nelle casse della mafia somme variabili tra i 300 e gli 800 mila euro all'anno.

In tutto sono scattate 31 misure cautelari (16 in carcere, 7 arresti domiciliari e 8 tra divieto di dimora e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria). Ma ci sono altri 29 indagati per associazione per delinquere finalizzata all'esercizio abusivo delle scommesse sportive ed alla truffa ai danni dello Stato. Sequestrati a Bacchi e al suo nucleo familiare beni per oltre 4 milioni di euro. Sigilli pure alle quote sociali e dell'intero patrimonio aziendale della Phoenix International Ltd, società di diritto maltese con cui stanno tuttora operando alcune agenzie di Bacchi entrate in sanatoria, e le quasi 50 agenzie, distribuite su tutto il territorio nazionale, che operano con concessione Phoenix. 

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