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Venerdì, 19 Aprile 2024
Mafia

D'Ambrogio, nuovo capo dei capi: ecco il boss che voleva prendersi Palermo

A Ballarò e dintorni lui era il dominus. Tutti nel "suo" quartiere si rivolgono a lui per ottenere le autorizzazioni e ritrovare lo scooter rubato. Una soffocante attività estorsiva: a 39 anni era l'uomo emergente dal futuro segnato

Quasi quarant’anni, spregiudicato, temuto, rispettato anche dai mafiosi di spicco. Tutti si rivolgono a lui, per qualsiasi cosa. Dallo sfincione, alle sigarette di contrabbando. Dai motori rubati ai dissidi familiari. Guerra e pace, seta e piombo. Titolare di un'agenzia di pompe funebri a Ballarò, Alessandro D’Ambrogio era il “capo dei capi” del centro storico di Palermo. Una soffocante attività estorsiva. Mille minacce, una sola denuncia: quella del titolare del Mambo Beach di Isola delle Femmine. (LE INTERCETTAZIONI: VIDEO)

Tutti devono sottostare alle regole. Un esempio vale più di altri cento: alcuni suoi affiliati sono invitati a un matrimonio. Nozze tra la nipote di un mafioso e un uomo imparentato con un poliziotto.“Voi non andate da nessuna parte” sentenziò D’Ambrogio. Il matrominio in questione è quello della nipote del boss Antonino Ciresi. Gli affiliati di Ballarò mugugnano. Poi arriva lo stop alla partecipazione dal capo dei capi. Deciso, determinato, sfrontato: D’Ambrogio esce dal carcere nel dicembre 2011.

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Quando Milano finisce in manette, lui ha già il futuro segnato. E' l’uomo nuovo, l’emergente. A prelevarlo dal carcere c’è Antonino Seranella (arrestato oggi). A 37 anni diventa il capofamiglia di Palermo centro. Tesse importanti rapporti di estrema collaborazione con le famiglie delle altre zona della città per il traffico di stupefacenti, che presto assume mire internazionali. La Spagna è il trampolino per il Sud America. In mezzo alcune trattative “africane”, condotte a Tunisi (l’affare fallisce per il costo eccessivo). E le riunioni a Villa Pensabene, con tutti gli altri capi. Chiovaro, Caporrimo, Castello.

I contatti si allargano nelle province. Nell’Agrigentino (Sambuca, Sutera), nel Trapanese e nel Nisseno. Il regista è Alessandro D’Ambrogio, boss in ascesa. Stringe mani, saluta: nelle feste popolari di Palermo aveva sempre un posto riservato in prima fila. Un mondo, Ballarò e dintorni, e le sue regole. Tutto passava dalle sue autorizzazioni. Anche per le “stigghiole”.

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