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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia

La lettera-denuncia del pm Di Matteo: "Tagliare legami tra boss e politica"

Manifestazione di solidarietà a Roma a sostegno del pm palermitano. E il magistrato antimafia risponde con una lettera: "Sento fortissimo il bisogno ed il piacere liberatorio di esprimere a ciascuno di voi la mia profonda e sincera gratitudine"

"Tanti italiani, provenienti da ogni parte del Paese, sabato hanno scritto una bella pagina di libertà, partecipazione democratica, impegno civile, passione per la giustizia e la verità. Sento fortissimo il bisogno ed il piacere liberatorio di esprimere a ciascuno di voi la mia profonda e sincera gratitudine". Inizia così la lettera di ringraziamento inviata dal pm antimafia Nino Di Matteo a coloro che sabato hanno partecipato alla manifestazione di solidarietà a Roma a sostegno del magistrato più volte minacciato di morte da Totò Riina.

"Ringrazio i promotori di questa iniziativa, le Agende Rosse e Scorta Civica - dice Di Mattero - tutte le donne e a tutti agli uomini che, anche con notevole sacrificio personale, sono accorsi a Roma. Vi ringrazio da uomo e da cittadino, prima ancora che da magistrato e servitore dello Stato. In un paese dove l'apatia e l'indifferenza si diffondono sempre più pericolosamente nel tessuto sociale, voi oggi rappresentate la reazione di chi non vuole rassegnarsi, di chi pretende ancora di conoscere, di capire, di vivere e poter scegliere da cittadino informato e consapevole e non da suddito sciocco e facile strumento di volontà altrui. Quella vostra di sabato non è semplicemente una testimonianza di solidarietà nei confronti di un magistrato in un momento di sua oggettiva difficoltà. E' qualcosa di enormemente più grande ed importante. E' una testimonianza della precisa consapevolezza che la lotta alla mafia, alla penetrazione e diffusione di metodi mafiosi nell'esercizio del potere, è la prima vera questione fondamentale, irrinunciabile, pregiudiziale ad ogni altra, per la tenuta della nostra democrazia".

Il pm che rappresenta l'accusa nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia conclude così: "E' una testimonianza della sacrosanta pretesa di una Giustizia che sia veramente uguale per tutti. In un contesto politico generale che spinge pericolosamente verso il ridimensionamento del potere di controllo della legalità della magistratura, voi incarnate ciò che ogni cittadino, che abbia a cuore l'attuazione concreta dei principi della Costituzione, deve pretendere da ogni magistrato della Repubblica: autonomia, indipendenza reale da ogni altro potere, sacrificio, coraggio, consapevolezza dell'assunzione di un ruolo di effettivo servizio per la collettività, certamente incompatibile con ogni forma di collateralismo al potere e con ogni tentazione di valutare la opportunità politica delle proprie iniziative piuttosto che semplicemente la loro doverosità giuridica".

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