rotate-mobile
Mafia

"Hanno tanta voglia di ammazzare", i dialoghi dopo l'omicidio Sciacchitano

A parlare con la propria compagnia è Francesco Urso, arrestato nell’operazione antimafia “Torre dei diavoli”. Sarebbe stato lui, insieme a Sciacchitano, ad eseguire la spedizione nei confronti di Luigi Cona. Un’azione non autorizzata che qualcuno ha pagato con la vita

"Quindici anni là chiusi in quel pirtuso della Guadagna. E' solo che loro hanno, hanno tanta quella voglia di ammazzare a qualcuno..di farsi sentire..dice, ora l’hanno capito tutti che devono sentire a noialtri" (INTERCETTAZIONI-VIDEO). Queste le parole di Francesco Urso (32 anni), uno dei fermati nell'ambito dell'operzione Torre dei diavoli (LEGGI I NOMI), intercettate durante una conversazione con la propria compagna. Le racconta le dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù, commentando la violenza e la sete di potere di boss e affiliati. Era stato lui che, insieme a Mirko Sciacchitano, ucciso da un commando armato il 3 ottobre in via della Conciliazione, era andato in via dell’Allodola per sparare a Luigi Cona di fronte alla sua rosticceria. Uno "sgarro" che qualcuno ha pagato con la vita, perché quella spedizione non era stata autorizzata.

LEGGI ANCHE: LA MAFIA VOTA I NUOVI CAPI, POI SENTENZIA L'OMICIDIO

"…Dici tu, questi se la dovevano prendere con te?", gli chiede la donna. "E’ normale, che c’entra che se la prendono con quello. Ma quello è stato pure un ragazzo ingenuo", le risponde Urso. Durante la chiacchierata il 32enne le spiega come funzionano le cose all’interno del clan, chi comanda e chi va temuto. "E’ questo qua, questo Natale Gambino, che è la persona più cattiva che esiste al mondo…questo di qua, questo Profeta mi pareva meglio, perchè quando ha avuto il litigio con me…è un cornutazzo vero”.  Le racconta di Natale Gambino, 57 anni, sottocapo del reggente Giuseppe Greco, nominato alla guida della "famiglia" dopo la morte di Giuseppe Calascibetta risalente al 2011. E fa un riferimento anche a Profeta, uno dei boss più temuti, scarcerato nel 2011 dopo la revisione della sentenza che lo condannava all’ergastolo per la strage di via D’Amelio e arrestato nuovamente.

LE INTERCETTAZIONI VIDEO: "FACCIAMO AD ALZATA DI MANO"

"Questo di qua, questo Profeta mi pareva meglio - aggiunge Urso - perché quando ha avuto il litigio con me…è un cornutazzo vero". Durante la detenzione le redini erano passate nelle mani del nipote Rosario, ma una volta che Salvatore era uscito dal carcere si era occupato nuovamente di ricostituire l’organico mafioso. Un ritorno gradito da molti residenti quartiere, tributato addirittura con "l’inchino” in occasione della processione della Madonna Dormiente (GUARDA VIDEO). Gambino, che secondo gli inquirenti è il mandante dell’omicidio Sciacchitano, era secondo Urso uno dei più pericolosi. “Ma dopo dico io, il motivo per ammazzare a quel picciotto? Hanno fatto una cosa brutta..ci hanno scaricato dieci colpi di pistola a quel ‘picciotto’…bastardo, cornuto e sbirro, 71 anni, quanti anni ha?”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Hanno tanta voglia di ammazzare", i dialoghi dopo l'omicidio Sciacchitano

PalermoToday è in caricamento