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Mafia e terroristi neri, Falcone sull'omicidio Mattarella: "Si potrebbe riscrivere la storia del Paese"

Desecretato l'intervento del giudice palermitano che si è tenuto davanti alla Commissione Parlamentare Antimafia in missione in città il 3 novembre 1988. Si parla dell'omicidio del presidente della Regione, ucciso il 6 gennaio 1980

Dopo la pubblicazione nel luglio scorso degli atti e dei documenti audio relativi agli interventi di Paolo Borsellino sono state rese note anche alcune audizioni dell’amico e collega Giovanni Falcone. Prosegue dunque il delicato e complesso lavoro di desecretazione della Commissione Parlamentare Antimafia. In particolare è stata resa nota l’audizione di Falcone che si è tenuta davanti alla Commissione in missione a Palermo il 3 novembre 1988. Si parla dell'omicidio del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella, ucciso il 6 gennaio 1980.

Falcone parlava così: "L’indagine è estremamente complessa perché si tratta di capire se e in quale misura 'la pista nera' sia alternativa rispetto a quella mafiosa, oppure si compenetri con quella mafiosa. Il che potrebbe significare altre saldature e soprattutto la necessità di rifare la storia di certe vicende del nostro Paese, anche da tempi assai lontani”. Recentemente sono state avanzate ipotesi concrete sul filo nero del terrorismo di estrema destra che probabilmente collegherebbe l’assassinio di Mattarella con quello del magistrato Mario Amato, ucciso a Roma appena sei mesi dopo, il 23 giugno 1980, per mano dei militanti dei Nar.

C'è spazio anche per il collegamento tra Cosa nostra palermitana e neofascisti: sull'ipotesi di una sorta di connessione tra le due organizzazioni Falcone nel 1988 ricordava che “i collegamenti risalgono a certi passaggi del golpe Borghese, in cui sicuramente era coinvolta la mafia siciliana. E ci sono inoltre collegamenti con la presenza di Sindona. Questi elementi comportano la necessità di un’indagine molto approfondita che peraltro stiano svolgendo, e che prevediamo non si possa esaurire in tempi brevi”, disse Falcone.

"Si è chiesto poi dello stato attuale delle indagini e delle nostre conoscenze sul fenomeno mafioso - ha detto il giudice palermitano davanti all'Antimafia - sentiamo da più parti affermare che la mafia in quanto tale non esiste più, che si tratterebbe soltanto di bande criminali. Ebbene, sappiamo per certo, ogni giorno ne siamo più convinti, che uno degli effetti della maggiore incisività dell'indagine giudiziaria è stata una maggiore compattazione di Cosa nostra, l'organizzazione mafiosa per eccellenza".

Nicola Morra, attuale presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha poi ringraziato tutti i commissari, i magistrati, i funzionari e i militari della guardia di finanza dell'archivio che hanno lavorato con totale abnegazione''. Il lavoro di apertura degli archivi andrà avanti.

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