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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia

Depistaggio Borsellino, dopo quasi 30 anni svelati i verbali delle telefonate di Scarantino con i pm

Un altro passo avanti in questa vicenda sempre più ingarbugliata. Fiammetta, figlia minore del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio: "Frustrante dovere constatare che tutte le anomalie che sono state portate avanti dagli uomini delle istituzioni, oggi non sono chiarite"

Non sono più un mistero le bobine contenenti le registrazioni delle telefonate dell'ex pentito Vincenzo Scarantino con gli investigatori e i pm che indagavano sulla strage di via d'Amelio. Le trascrizioni sbobinate dei 19 brogliacci, sono state trasmesse dalla Procura di Messina che indaga sui magistrati Annamaria Palma e Carmelo Petralia, indagati per calunnia aggravata, ai colleghi di Caltanissetta. Che nelle prossime udienze, come apprende l'Adnkronos, le depositeranno al processo sul depistaggio sulla strage di via D'Amelio che vede alla sbarra tre poliziotti: Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo, accusati di calunnia aggravata.

Un invio che avviene proprio quando è stata emessa dalla Corte d'assise d'appello di Caltanissetta la sentenza di secondo grado del processo 'Borsellino quater', con la conferma delle condanne all'ergastolo per i due boss mafiosi Vittorio Tutuno e Salvo Madoni e a dieci anni di carcere per i falsi pentiti Francesco Andriotta e Calogero Puci, accusati di calunnia. Prescritto il reato per Vincenzo Scarantino.

E le trascrizioni riguardano proprio Scarantino, salvato venerdì dalla prescrizione. Secondo i giudici del Borsellino quater di primo grado Scarantino "fu indotto a mentire con particolare pervicacia e continuità con l'elaborazione di una trama complessa che riuscì a trarre in inganno i giudici dei primi due processi" e poiché ciò ha prodotto "uno dei più gravi depistaggi della storia giudiziaria italiana", è lecito "interrogarsi sulle finalità realmente perseguite dai soggetti, inseriti negli apparati dello Stato, che si resero protagonisti di questo disegno criminoso".

Adesso le trascrizioni, sei cartelle in tutto, sono state inviata dal Procuratore capo di Messina Maurizio de Lucia ei colleghi di Caltanissetta impegnati nell'inchiesta sul depistaggio. Il contenuto non è mai stato svelato, a 27 anni dalla strage. Anche su questo indagano i pm nisseni. Perché ci sono voluti quasi 30 anni per conoscere cosa c'era scritto in quelle trascrizioni? Una cosa è certa, ci sono le telefonate che si scambiarono all'epoca Scarantino e certamente il pm Carmelo Petralia, indagato con la collega Annamaria Palma che all'epoca indagarono sulla strage.

In una delle scorse udienze del processo sul depistaggio, un poliziotto, Giampiero Valenti, aveva rivelato di avere avuto l'ordine di bloccare le intercettazioni di Scarantino. "Mi ordinarono di interrompere la registrazione di Scarantino perché il collaboratore doveva parlare con i magistrati", aveva detto. E la scorsa settimana un altro teste, Angelo Tedesco ha cambiato versione rispetto al passato. Nel maggio 2016, deponendo al processo Borsellino quater, aveva negato di avere mai fatto un sopralluogo con l'ex pentito Vincenzo Scarantino rispondendo con un secco "no" al pm Stefano Luciani. La scorsa settimana invece ha detto: "Sì, mi sono ricordato che nel 1994 facemmo un sopralluogo a Palermo con Vincenzo Scarantino. Me lo sono ricordato solo dopo tempo. Ma sono passati tanti anni...". Una deposizione piena di "non ricordo", quella di Angelo Tedesco, che ha prestato servizio a Palermo negli anni delle stragi. Per questo motivo rischia una incriminazione della Procura nissena per i reati di falsa testimonianza oppure, addirittura, di depistaggio.

Le 19 bobine ora trascritte sono state sottoposte al vaglio del Racis, che lo scorso 19 giugno fece degli accertamenti tecnici non ripetibili nell'ambito dell'inchiesta di Messina sul depistaggio sulla strage di Via D'Amelio. Contengono registrazioni prodotte con strumentazione della Radio Trevisan, denominata RT2000 trasmessi alla Procura di Messina "in originale dalla Procura di Caltanissetta". Sono diversi i misteri sulle bobine. Accade, ad esempio, che il 3 maggio 1995 "per motivi tecnici la conversazione non venne registrata" come scrivevano all'epoca i poliziotti delegati alle intercettazioni. Ora si scopre che parlava "verosimilmente", come dice la Dia con i magistrati. I pm di Caltanissetta, coordinati dal Procuratore aggiunto Gabriele Paci, in questi giorni stano leggendo il contenuto delle trascrizioni. Chi le ha lette dice che "non ci sono rivelazioni bomba". Però, è certamente un altro passo avanti in questa vicenda sempre più ingarbugliata. Mentre nelle scorse ore Fiammetta Borsellino, figlia minore del giudice ucciso nella strage di via D'Amelio, ha ribadito all'Adnkronos: "Lo abbiamo ben chiaro che c'è stato il depistaggio ma è frustrante dovere constatare che tutte le anomalie che sono state portate avanti dagli uomini delle istituzioni e che sono stati funzionali al depistaggio, oggi non sono chiarite". Forse, adesso, con la lettura delle trascrizioni i pm potranno avere qualche chiarimento.

Fonte: Adnkronos

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