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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mafia

"Soldi della mafia nelle società del gas", confiscati beni per oltre 40 milioni alle eredi di Brancato

Passa allo Stato il patrimonio accumulato da Ezio Brancato, l'ex funzionario della Regione socio di Vito Ciancimino negli affari del "Gruppo Gas", poi ereditato dalla moglie e dalle figlie. Si tratta di case di lusso, aziende, disponibilità finanziarie, contanti e gioielli in Italia, Spagna e Andorra

Beni per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro sono stati confiscati dalla guardia di finanza agli eredi di Ezio Brancato, l'ex funzionario della Regione, socio di Vito Ciancimino negli affari del "Gruppo Gas". Il decreto di confisca è stato disposto nei confronti di Maria D'Anna, 72 anni, e delle figlie Monia Brancato, 45 anni e Antonella Brancato, 36 anni, rispettivamente vedova e figlie di Ezio Brancato, morto nel 2000. In particolare, Brancato era socio di sei società facenti capo al cosiddetto ''Gruppo gas'' con sede a Palermo, "ritenute, come accertato dalle indagini nel tempo eseguite, sotto il controllo dei noti esponenti mafiosi Vito Ciancimino e Bernardo Provenzano".

Case di lusso e gioielli in caveau all'estero: allo Stato il patrimonio di Brancato | Video

Per gli inquirenti Brancato "aveva effettuato nel corso degli anni investimenti in alcune imprese palermitane, coinvolte, a partire dagli anni '80, nel complesso processo politico imprenditoriale che ha portato alla realizzazione della rete di metanizzazione in Sicilia". Secondo quanto reso noto dalla finanza "le numerose e convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia e gli atti riguardanti le imprese interessate hanno evidenziato la contiguità di Ezio Brancato, e dei suoi eredi, a Cosa nostra, attraverso le partecipazioni dagli stessi detenute nel 'Gruppo Gas'. Attraverso i sub appalti concessi a imprese vicine alla criminalità organizzata, il Gruppo Gas avrebbe interagito con Cosa nostra in una logica di reciproco vantaggio, atteggiandosi come un'impresa collusa mafiosa', tale da ritenere il condizionamento mafioso esteso all'intera compagine sociale".

Secondo quanto emerso dalle indagini "la gestione mafiosa del 'Gruppo Gas' da parte delle eredi di Brancato deve considerarsi decisiva affinché alle imprese potesse attribuirsi il valore di vendita poi concordato con gli spagnoli della Gas natural. Analoghe risultanze investigative avevano determinato il sequestro dei beni nella disponibilità di Massimo Ciancimino, considerati proventi della cessione delle quote del 'Gruppo Gas' intestate al prestanome Gianni Lapis. Il frutto della maxi operazione di vendita delle società del gas è stato quindi reinvestito in società, mobilità finanziare, ma soprattutto in immobili di grande pregio a Palermo (fra i quali spiccano un intero palazzo con vista sul teatro Massimo, un attico sul Giardino Inglese, ed altri in via Dante o in zona Notarbartolo), in Sardegna (in Costa Smeralda nella
nota Cala del Faro ad Arzachena) e all’estero".

Passano allo Stato beni mobili e immobili, aziende, disponibilità finanziarie, contanti e preziosi, in Italia, Spagna e Andorra. Si tratta di sei aziende commerciali con sede in Italia e Spagna; cinque quote societarie detenute da società italiane; 59 immobili di pregio tra la Sicilia (Palermo), la Sardegna (Costa Smeralda) e la Spagna (Barcellona); quattro auto (tre in territorio spagnolo); una moto; 118 rapporti finanziari detenuti in Italia, Spagna e Principato di Andorra; crediti vantati nei confronti di persone giuridiche e persone fisiche; denaro contante.

"Il lavoro di ricostruzione dei flussi finanziari - sottolineano dalla guardia di finanza - ha consentito di individuare il patrimonio della famiglia Brancato in Spagna e quello illecitamente detenuto nel Principato di Andorra, Paese con il quale è stata avviata dallo stesso procuratore capo di Palermo una cooperazione giudiziaria che ha aperto per la prima volta alla collaborazione attiva con l’Italia. Sono stati trovati, nei caveau delle banche pirenaiche, intestati a terze persone e società di comodo, rapporti bancari e cassette di sicurezza che contenevano decine di preziosi monili e migliaia di euro in contanti".

      

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