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Mafia Bagheria

Mafia, gli imprenditori si ribellano al racket: 21 arresti a Bagheria

L'operazione è stata denominata "Reset 2". Le indagini hanno evidenziato la "soffocante pressione estorsiva esercitata dai boss che, dal 2003 al 2013, si sono succeduti ai vertici del clan". Cinquanta le estorsioni scoperte

Colpo al racket delle estorsioni in provincia. I carabinieri del comando provinciale hanno eseguito 21 provvedimenti cautelari (LEGGI I NOMI) nei confronti di presunti capi e gregari del mandamento mafioso di Bagheria, accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, sequestro di persona e danneggiamento a seguito di incendio (VIDEO). Uno di loro è riuscito a sfuggire alla cattura.

L'operazione è stata denominata "Reset 2". Le indagini hanno evidenziato la "soffocante pressione estorsiva esercitata dai boss che, dal 2003 al 2013, si sono succeduti ai vertici del clan". Una cinquantina le estorsioni documentate grazie alla dettagliata ricostruzione fornita da 36 imprenditori locali che hanno trovato il coraggio, dopo decenni di silenzio, di ribellarsi al giogo del “pizzo”. Lo scenario delle “imposizioni” si presenta estremamente ricco e variegato in quanto, se pur particolarmente attento al settore dell’edilizia, incideva su ogni remunerativa attività economica locale, dai negozi di mobili e di abbigliamento, alle attività all’ingrosso di frutta e di pesce, ai bar, alle sale giochi, ai centri scommesse.

Mafia, operazione "Reset 2": 21 arresti

ADDIOPIZZO - "Diversi operatori economici - si legge in una nota di Addiopizzo - hanno collaborato e denunciato avvalendosi dell’ausilio e del supporto di Addiopizzo e di altre associazioni come Libero Futuro, da tempo impegnate sul territorio della provincia e in particolare tra i comuni di Bagheria, Altavilla Milicia e Santa Flavia. Anche se per molti anni le infiltrazioni e i condizionamenti di Cosa nostra sono risultati gravi sul tessuto sociale ed economico del territorio della provincia, le indagini odierne, oltre alle operazioni antimafia di questi ultimi anni, registrano dei significativi segnali di resistenza da parte di molti operatori economici".

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"La straordinaria azione repressiva delle forze dell’ordine e dei magistrati - si legge ancora -, i diversi collaboratori di giustizia e il percorso di affrancamento dal fenomeno estorsivo di commercianti e imprenditori, sostenuto dalle associazioni antiracket, rilevano come anche su questa area della provincia così difficile ci possano essere le condizioni per sgretolare il muro di omertà e voltare pagina. L’azione delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria e il perseverante lavoro nel territorio condotto dalle associazioni hanno creato una rete di soggetti in grado di offrire competenze, tutele e schermo necessari affinché chi denuncia possa farlo in sicurezza".
 

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